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Contrada, una vicenda giudiziaria che dura da 19 anni

CALTANISSETTA. Bruno Contrada, 79 anni, ex funzionario del Sisde, condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, al quale oggi la Corte d'appello di Caltanissetta ha detto no alla revisione del processo, era entrato in polizia nel 1958. E' diventato investigatore di punta dell'antimafia, a più riprese è stato capo della squadra mobile di Palermo negli anni '70, poi dirigente della Criminalpol, capo di gabinetto dell'Alto commissariato antimafia e, infine, 'numero tre' del Sisde.
Dopo l'arresto, alla vigilia del Natale 1992, ha scontato 31 mesi e sette giorni di carcerazione preventiva. Era accusato da 'pentiti' di passare informazioni a Cosa nostra e di avere
consentito la fuga di pericolosi latitanti, come il boss dei boss Totò Riina, ricevendo la 'copertura' di non identificati vertici istituzionali.
Uno dei primi ad accusarlo fu Gaspare Mutolo, del quale Contrada ricorderà di averlo più volte arrestato e sosterrà che la sua è una vendetta. Ma ci sono anche Tommaso Buscetta, Salvatore Cancemi e Giuseppe Marchese.
Contrada è stato assolto nel primo processo d'appello, il 4 maggio 2001, dopo la condanna a dieci anni inflittagli in primo grado il 5 aprile 1996. Poi è stata la Cassazione, il 12
dicembre 2002, ad annullare il verdetto assolutorio e a disporre un nuovo processo. E' poi arrivata la condanna a 10 anni di reclusione, il 25 febbraio 2006, che nel maggio del 2007 la Cassazione ha reso definitiva.

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