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Confindustria: la pubblica amministrazione paghi i creditori

Lo Bello: "Le imprese non possono essere stritolate dalla morsa dei crediti vantati nei confronti degli enti pubblici. Se si blocca il sistema, l'implosione è dietro l'angolo"

PALERMO. "Le imprese non possono essere stritolate dalla morsa dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione e occorre mettere in atto ogni concreta iniziativa per mettere in condizione le aziende private, che forniscono beni e servizi, di pagare correntemente le retribuzioni ai propri dipendenti". Lo dice Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, preoccupato per la situazione dei ritardi di pagamenti alle imprese e per la crisi di liquidità che ha investito la Regione siciliana.
"Il problema investe trasversalmente molti settori - aggiunge -: dalla sanità, all'edilizia, dal ciclo dei rifiuti ai piccoli fornitori di materiale di beni di consumo. Altrimenti si rischia grosso. Se si blocca il sistema, l'implosione è dietro l'angolo".
"La maggior parte delle nostre aziende - aggiunge Barbara Cittadini, presidente di Aiop e vicepresidente di Confindustria Sicilia - che contano oltre 6 mila dipendenti, non ricevono i pagamenti per le prestazioni effettuate dal marzo scorso. Stiamo parlando di 130 mln e il sistema bancario non è più in grado di confermare le linee di credito sotto la forma di anticipi su fatture. Perdurando questa situazione non saremo in grado, a breve, di pagare le retribuzioni alla maggior parte dei 6 mila dipendenti del nostro settore". Confindustria Sicilia, in una nota, sollecita il governo della Regione e l'intero parlamento siciliano ad "acquisire piena consapevolezza della gravità della situazione e trovare soluzioni compatibili con la situazione finanziaria della regione. Altre regioni, come il Piemonte e le Marche soprattutto, sono intervenute con strumenti che permettono di pianificare temporalmente il pagamento dei debiti verso le imprese".
"Pertanto - conclude - si predisponga un piano finanziario che fissi tempi e modalità per pagare tali debiti, coinvolgendo le imprese e il sistema bancario. A tal riguardo va posto, ad esempio, un correttivo alla norma sulla certificazione dei crediti, stabilendo il termine massimo di pagamento del debito, al fine di consentirne lo smobilizzo presso il sistema bancario attraverso la cessione del credito. Tutto ciò va fatto urgentemente, con una seduta straordinaria dell'aula: non c'é più tempo".

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