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Pensioni, il Cdm si chiude senza decisione

A vuoto un primo vertice. La Lega ribadisce il suo no

ROMA. Il Cdm si è concluso dopo un'ora e mezza senza aver preso nessuna decisione sulla riforma delle pensioni. Silvio Berlusconi proseguirà la trattativa con la Lega incontrando vari ministri tra cui il leader del carroccio Umberto Bossi.
Quel che è certo è che c'é di nuovo la riforma delle pensioni tra la Lega e il Governo Berlusconi, esattamente come nel 1994, quando su questo provvedimento il Carroccio si sfilò
e fece cadere il primo esecutivo guidato dal Cavaliere. Oggi non siamo a questo punto, o almeno non ancora, ma la tensione è altissima per il deciso "niet" della Lega. Un no che il senatur ha ribadito anche nell'incontro con il premier e Tremonti a palazzo Chigi. E confermato dopo ai suoi avvertendo che su questo tema  Berlusconi rischia di cadere se insiste. Il fanstasma dello "strappò del '94 torna dunque ad appalesarsi.
A sbarrare la porta alla riforma ci ha pensato di prima mattina il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, e poi a seguire Rosi Mauro, vicepresidente del Senato. Due esponenti del cosiddetto ''cerchio magico", cioé i dirigenti più vicini a Bossi, per far capire da dove arrivava lo stop. Reguzzoni ha chiuso all'ipotesi di innalzamento dell'età pensionabile e, rispondendo indirettamente a Merkel e Sarkozy, ha ricordato che il governo ha già fatto "miracoli" come il pareggio di bilancio nel 2013. Rosi Mauro, che è leader del Sinpa, il Sindacato Padano ha minacciato di portare in piazza i propri iscritti in caso di intervento sulle pensioni.
Per tutto il giorno c'é stata una forte pressione di dirigenti del Pdl e di ministri per convincere il Carroccio, dagli inviti di Franco Frattini, alle minacce di ricercare i voti dell'Udc, come Osvaldo Napoli.

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