Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Morte Gheddafi, la Nato: fine missione il 31 ottobre

La situazione generale il giorno dopo l'uccisione del Rais libico è più confusa che mai: il futuro del paese è incerto al massimo, l'Onu ha chiesto a gran voce l'apertura di un'inchiesta sugli ultimi momenti di vita del dittatore e l'alleanza atlantica fatica a prendere una decisione sul cessate il fuoco, con uno scontro tra Francia e Inghilterra. Poi l'annuncio di Rasmussen

TRIPOLI. Se la morte di Gheddafi doveva  significare la fine della guerra e la rinascita della Libia,  l'obiettivo è ancora molto lontano. Il rais divide anche da  morto, innanzitutto su come è morto: giustiziato dopo esser  stato catturato. Ma non solo: sul futuro della Libia l'Alleanza  atlantica, riunita in tutta fretta, ha faticato a a prendere una  decisione, con la Francia che voleva chiudere la missione e la  Gran Bretagna che frenava. Poi è arrivato l'annuncio: la Nato metterà fine alla missione in Libia il prossimo 31 ottobre. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. Il caos è soprattutto all'interno del paese libico,  dove il Cnt sta rimandando di giorno in giorno l'annuncio della  liberazione della Libia che avverrà domenica a Bengasi (e non a  Tripoli), non mancano le divisioni.    


Ma il giorno dopo la diffusione dei video che mostrano il  rais chiaramente catturato da vivo e poi 'finito', le polemiche  ruotano tutte attorno alla sua esecuzione. L'Onu ha sollecitato  un'inchiesta, gli Usa hanno chiesto "trasparenza" al Cnt,  mentre la Russia, che parla di gravissima violazione della  convenzione di Ginevra, ha attaccato duramente la Nato che, ha  detto il ministro degli Esteri Lavrov, ha bombardato un  convoglio che "non rappresentava una minaccia per nessuno".  Anche l'autopsia compiuta oggi sul corpo del colonnello ha  confermato che è stato ucciso con un colpo alla testa. Ma in  attesa di ulteriori accertamenti - test del dna compreso -  quello che per 42 anni è stato il capo indiscusso della Libia  ora giace in una cella frigorifera in un vecchio mercato di  Misurata. E non si sa ancora né quando né dove sarà  seppellito. Di certo, ha assicurato il Cnt, verrà rispettato il  rito islamico.        


Ora gli occhi sono tutti puntati sul governo di transizione,  che vorrebbe chiudere il cerchio catturando anche il resto della  famiglia Gheddafi, i cui membri si sono quasi tutti rifugiati in  Algeria. A giorni è infatti prevista una visita del Cnt ad  Algeri. Ma per chiudere definitivamente con il passato e il clan  Gheddafi, resta ancora un tassello fondamentale: Saif Al-Islam,  il figlio prediletto, diventato braccio destro di Gheddafi, la  cui cattura, ancora una volta, è avvolta nel giallo. Già  quest'estate era stato dato per arrestato, ma di notte si  presentò davanti alle telecamere incitando alla battaglia.  Anche questa volta, nel giro di poche ore è stato dato per  morto, catturato, ferito, nuovamente morto e nuovamente  catturato.     Ma oltre a chiudere la partita con il clan, il premier Jibril  e il suo governo dovranno affrontare non pochi problemi nel  dopo-Gheddafi. Risolvere le divisioni interne, prima di tutto -  la Lega araba ha già invitato tutte le forze politiche a  "serrare i ranghi" - ma anche rispondere alle aspettative di  quei paesi che dopo l'appoggio incondizionato, ora presentano il  conto. Francia in prima fila.         


Ad un giorno dalla caduta di "uno dei più longevi  dittatori", come lo ha definito ieri il presidente Usa Barack  Obama, iniziano a cadere anche le prime 'epiche' versioni sulla  sua cattura. Forse non è stato un ragazzino di 20 anni a  ucciderlo, forse non era in una buca, forse non aveva paura.  Forse .

Caricamento commenti

Commenta la notizia