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Regione, Udc all'attacco: "Lombardo si decida"

Il terzo polo ha chiesto una giunta politica in Sicilia, pur sapendo che il Pd non ci starà. Un modo per isolare i democratici e costringere l'attuale presidente della Regione siciliana a scegliere

PALERMO. Mai stati così tesi i rapporti fra l’Udc e Lombardo. E mai stata così traballante l’alleanza fra terzo polo e Pd. Il rischio di un voto imminente per le Politiche ha scompaginato le carte alla Regione. Se a Roma la situazione precipitasse e si andasse al voto con questa legge, l’apparentamento dell’Mpa al terzo polo darebbe vita a un testa a testa con l’Api di Rutelli: la legge elettorale prevede che fra i partiti di una coalizione, chi non raggiunge il 2% può sperare di essere ripescato come migliore «perdente». Ma in quel caso l’Mpa rischia di non superare l’Api (e viceversa). Per questo Lombardo tiene aperta la porta col Pd, per un eventuale apparentamento che dia sbocchi a Roma. Ma il terzo polo, in caso di corsa solitaria, avrebbe bisogno anche dei voti dell’Mpa per essere decisivo al Senato. Da qui l’ultimatum a Lombardo da Fini e Casini, che si riflette sulla Regione. Il terzo polo ha chiesto una giunta politica in Sicilia, pur sapendo che il Pd non ci starà. Un modo per isolare i democratici e costringere Lombardo a scegliere. Ieri il leader dell’Udc siciliano,  Giampiero  D’Alia, ha posto i paletti: «La giunta tecnica ha lavorato bene per segnare la discontinuità sul tema dei rifiuti e della sanità. Ma ora è il tempo di una Finanziaria che costringerà a scelte dolorose imposte dalle manovre di Berlusconi». Ecco perchè per D’Alia «serve un governo di politici che si assumano la responsabilità di scegliere le priorità da salvaguardare e che stabiliscano a chi e come far fare i sacrifici». Per D’Alia invece «il Pd ha paura di assumersi le responsabilità di scelte impopolari. Ma non si può andare avanti con i tecnici per motivi elettorali». Per il segretario del Pd Giuseppe Lupo, D’Alia (ex democristiano) ha parole scelte non a caso: «Vogliono fare i dorotei ma non sanno farlo. Non accettiamo che Lupo parli con lingua biforcuta. Ai vertici di maggioranza dice delle cose e ai giornali delle altre. Basta con questa pantomima, sia dentro o fuori». L’ultimatum a Lombardo è una logica conseguenza: «Se il Pd non ci sta - chiude D’Alia - andiamo avanti da soli e cerchiamo una maggioranza all’Ars. Ma se il governatore non ci segue su questa strada, allora saremo noi a ritirare il sostegno al governo e votare di volta in volta solo quello che ci convince». L’Udc attende risposte entro pochi giorni, quando - come sottolinea Carmelo Briguglio di Fli - l’agenda metterà sul tappeto anche la mozione di sfiducia del centrodestra contro Lombardo. I centristi chiedono una svolta a partire dall’abolizione delle province, raccogliendo ancora il sostegno di Briguglio: «Che fine ha fatto l’impegno di Lombardo?». Il presidente a sua volta tratta ancora con FdS di Miccichè. Ma anche in questo caso D’Alia chiude: «Miccichè a Roma cammina ancora sulle autoblu di Tremonti».

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