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Innovazione tecnologica alla Regione, stop al piano da 200 milioni

Il progetto non passa in commissione Bilancio all'Ars. Dubbi sulle spese e sulle modalità di affidamento del servizio

PALERMO. Non passa in commissione Bilancio all'Assemblea regionale siciliana il piano del governo Lombardo per l'innovazione tecnologica della Regione (Pitre), un progetto
da 200 milioni di euro nel triennio 2011-2013. I commissari, all'unanimità, hanno dato parere negativo al documento che l'assessorato all'Economia ha trasmesso un mese fa e di cui attendeva la valutazione prima di inviare il provvedimento in giunta per l'esame.
Secondo la commissione Bilancio, presieduta da Riccardo Savona, "appare utile acquisire dal governo elementi tecnici ulteriori al fine di una più compiuta valutazione sulla
congruità della spesa triennale prevista per il funzionamento del Pitre".
I dubbi riguardano proprio il finanziamento del piano la cui gestione, secondo il testo in mano ai commissari, sarà ad appannaggio dell'assessorato all'Economia, guidato da Gaetano Armao, in raccordo con la Presidenza della Regione. Alcuni importi previsti già per quest'anno non corrisponderebbero alle disponibilità dei relativi capitoli di bilancio e per alcune spese, inoltre, sarebbe previsto l'utilizzo di un capitolo in conto capitale del bilancio 2011 per coprire spese di esercizio. In caso di mancato reperimento delle risorse, il piano inoltre non avanza alcuna soluzione e su questo punto la commissione chiede "informazioni" maggiori.
Ma a non convincere i commissari sono anche le modalità di affidamento del servizio alla luce tra l'altro del lavoro che già svolge Sicilia e-Servizi, società a prevalente capitale
pubblico e finita nell'occhio del ciclone con un'indagine in corso da parte di una speciale commissione parlamentare. Il "Pitre" stabilisce fasi e tempi per la realizzazione degli
interventi necessari alla digitalizzazione dei documenti dell'amministrazione regionale in coerenza con il codice dell'amministrazione digitale. In particolare sono previsti "l'introduzione di forme di pagamenti informatici per lo scambio di dati tra imprese e pubblica amministrazione, la diffusione e l'uso della posta elettronica certificata (Pec), l'accesso ai servizi di rete, l'utilizzo della firma digitale, la trasparenza, la partecipazione a bandi o gare attraverso portali dedicati che garantiscano trasparenza e sicurezza (aste
elettroniche).

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