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Manovra regionale, Comuni sul piede di guerra

La Finanziaria ricopia una riduzione ai finanziamenti agli enti locali già prevista nel bilancio di e aggiunge norme di riassetto che non piacciono agli amministratori. Destinati al fondo per le Autonomie locali 750 milioni (nel 2010 erano 833) ma obbliga i sindaci a utilizzarne 200 per investimenti

PALERMO. Formalmente il taglio ai Comuni non c’è. Ma la manovra regionale ricopia una riduzione ai finanziamenti agli enti locali già prevista nel bilancio di quest’anno e aggiunge norme di riassetto dei bilanci comunali che fanno già scattare la protesta degli amministratori.
La manovra scritta da Armao prevede di destinare al fondo per le Autonomie locali 750 milioni (nel 2010 erano stati 833) ma obbliga i sindaci a utilizzare 200 milioni per spese di investimenti. Per l’Anci non è sufficiente: «Prendiamo atto che hanno solo ricalcato il taglio di quest’anno - ha detto il presidente Giacomo Scala -. Ma la Regione deve anche dare ai Comuni la compensazione dell’Iva sui servizi, come fanno già nel resto d’Italia in preparazione del federalismo».
La Finanziaria regionale prevede anche l’obbligo per i Comuni con meno di 10 mila abitanti di accorpare le funzioni amministrative: in pratica ci sarà un solo ufficio tecnico, un solo comandante dei vigili urbani e così via per ogni gruppo di Comuni. Ma la Regione evita così il taglio alle giunte previsto da Tremonti. Per compensare agli altri tagli la Regione prevede poi che i Comuni si attivino contro l’evasione fiscale promettendo in cambio di trattenere le quote riscosse che non vanno obbligatoriamente trasferite allo Stato. Tutte misure che fanno storcere il naso anche all’Asael, associazione degli amministratori locali, guidata da Matteo Cocchiara: «I Comuni già soffrono per la recente manovra nazionale che ha portato al taglio di servizi essenziali e anche degli investimenti» esordisce Cocchiara. L’Asael ha riunito gli iscritti per un convegno sul federalismo al termine del quale è stato approvato un documento che punta a introdurre nella Finanziaria regionale norme per evitare che tutti i tagli nazionali ricadano sui Comuni: «Chiediamo a Lombardo l'istituzione di una Commissione paritetica Governo-Rappresentanze degli Enti locali. L'obiettivo è concertare così gli effetti della manovra dello Stato e di quella della Regione, con particolare riferimento all'obbligo dell'associazionismo dei piccoli comuni e alle conseguenze che avranno i tagli sulla formazione dei prossimi bilanci».
Ma a fare i conti con tagli dovrà essere anche l’Ars. La manovra regionale prevede un articolo con cui vengono tagliati del 5% i finanziamenti. La stessa norma obbliga il Parlamento a recepire i tagli ai compensi dei deputati decisi a Roma.

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