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Quiz di Medicina: ancora validi?

Domani si svolgeranno a Palermo i test di ammissione a Medicina e Odontoiatria: 2801 ragazzi si sono iscritti per tentare la conquista di uno dei 422 posti a concorso - con opzione tra Medicina e Odontoiatria (400+22) - disponibili tra Palermo e Caltanissetta.
In tutta Italia circa 80 mila giovani si contenderanno quasi 10.000 ingressi. Un vero e proprio fenomeno sociale. Il diploma di medico-chirurgo o odontoiatra considerato come bene rifugio. Una grande, ma non invincibile, armata di aspiranti camici bianchi seguaci di Ippocrate. Infatti questo tipo di prove selettive falcidierà molti talenti meritevoli. Un'ecatombe accademica.
Nel 2015 - secondo la Fnomceo-Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri - in Italia avremo una grave carenza di medici: dagli attuali 294.971 si scenderà a 253.420. Vale a dire 41.550 in meno; con gravi disagi specie nelle strutture pubbliche, a causa di pensionamenti non compensati da concorsi e assunzioni.
Il problema è serio. Coloro che conseguiranno la laurea, e anche l'eventuale specializzazione, gestiranno i migliori posti di lavoro nel nostro Paese. Saranno parte della futura classe dirigente che guiderà la società. La questione non può essere trattata con leggerezza. Che tipo di medico vogliamo formare per i prossimi decenni? Anche il medico del futuro deve avere patrimonio dottrinale e scientifico, non disgiunto da qualità umane. Doti e caratteristiche perenni in questa peculiare professione.Negli atenei degli Stati Uniti, d'Europa e ora anche in Asia si persegue questo duplice obiettivo. Una medicina fondata sulla genomica e sulla tre P (predittiva, preventiva e personalizzata), con dottori in grado di capire l'evoluzione della scienza. Al contempo il medico deve saper trattare i malati con cortesia, ascoltare e parlare con loro e con i familiari, informarli e rispettare le loro decisioni, condividendo tribolazioni e angosce. Inoltre i camici bianchi devono essere disponibili al colloquio con i colleghi di altre discipline, nonché con infermieri, tecnici e professionisti dell'area sanitaria.
Ovvietà? Forse. Ma le risposte cartacee sono in grado di valutare alcuni di tali requisiti minimi: capacità, potenzialità e attitudine? Certamente no. Chi fra i lettori assumerebbe una persona per un importante incarico fiduciario, senza nessun colloquio o incontro preliminare? Il medico, per la delicatezza della sua missione verso l'uomo fragile e malato, è stato spesso paragonato a un sacerdote. Ma Santa Romana Chiesa ammetterebbe in seminario un giovane che vuol divenire prete solo sulla base di anonimi quiz, senza neanche averlo mai visto o incontrato?
I test di ammissione sono muti e ciechi rispetto a volti, espressioni, sentimenti o predisposizioni. Di fatto i test degradano spesso a una specie di enalotto o lotteria. Uno dei limiti dell'attuale prova a quiz, sempre evidenziato, è la mancanza di una regia di collegamento con il sistema dell'istruzione secondaria e il voto conseguito alla maturità.
Il nostro quotidiano ha sempre espresso forti riserve su questo tipo di prova selettiva, sin dal 2002 per arrivare all'editoriale di domenica 19 settembre 2010, dove avevamo scritto: "Una serie algida di test non svela la vocazione. Le crocette al posto giusto non assicurano nel futuro un buon medico. Oltre lo studio bisogna tutelare il diritto alla salute dei cittadini".
Avevamo ragione. Qualcosa si muove. Quest'anno la facoltà di Medicina "Agostino Gemelli" dell'Università Cattolica, polo non statale equiparato - dopo autorizzazione ministeriale - ha rivoluzionato le prove di ammissione, con l'obiettivo di far vincere la meritocrazia, nel senso più ampio del termine. Un esame a doppio turno, che si svolgerà in date sfalsate rispetto al resto dell'Italia.
La prima prova - che ha avuto luogo il 30 agosto scorso - è basata su un test scritto, associato (finalmente!) alla valutazione del curriculum. Il 10 per cento delle domande sarà formulato in inglese, per la necessaria internazionalizzazione. Viene così selezionato un gruppo di aspiranti pari al doppio dei posti disponibili. Nel secondo turno - dal 7 al 13 settembre - i candidati verranno sottoposti a un colloquio strutturato con diverse commissioni composte da tre docenti intervistatori, tra i quali uno psicologo. La discussione verterà sull'analisi della cultura cognitiva e non cognitiva, nonché delle capacità relazionali, motivazionali e bioetiche del candidato.
L'accoppiamento tra commissione e candidato è randomizzato; l'aspirante matricola - per garantire l'anonimato - è connotata da un codice a barre. Dalla somma dei punteggi ottenuti nelle due prove si stilerà la graduatoria dei vincitori per i posti messi a concorso.
I responsabili accademici della Cattolica hanno assunto il ruolo di «trasformational chief», espressione anglosassone che vuol dire dirigente capace di riformare e migliorare le istituzioni e, in questo caso, la medicina. Qualità che è patrimonio di pochi: essere profondamente contemporanei e, insieme, sempre un passo avanti. Dobbiamo augurarci che questa innovativa modalità di selezione dei futuri dottori venga subito seguita in tutti gli atenei statali. Per il bene della sanità italiana.

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