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Matrimoni nel mirino del Fisco Multe a chi non risponde

Sono migliaia i questionari inviati alle coppie che hanno contratto matrimonio nel 2008 nel Palermitano. Chi non darà informazioni rischia contravvenzioni fino a 2 mila euro. Nell’occhio del ciclone ristoratori, titolari di sale banchetti, proprietari di ville storiche affittate per i rinfreschi nuziali e fornitori di catering, parrucchieri e fioristi, fotografi e autonoleggi

PALERMO. Sono migliaia i questionari già inviati o che stanno per essere mandati via posta alle coppie che si sono sposate nel 2008 in tutti gli 82 Comuni del Palermitano e chi non risponderà rischia una sanzione da un minimo di 258 euro a un massimo di 2.065 euro. Emergono nuovi particolari sul giro di vite che l'Agenzia delle entrate ha deciso di imprimere al grande business sommerso che ruota attorno all'organizzazione dei matrimoni.
Nel mirino sono finiti ristoratori, titolari di sale banchetti, proprietari di ville storiche affittate per i rinfreschi nuziali e fornitori di catering, parrucchieri e fioristi, fotografi e autonoleggi. A guidare l'indagine che promette di scoperchiare ampie fasce di evasione fiscale c'è un gruppo di intelligence della direzione provinciale dell'Agenzia delle entrate, guidata da Croce Di Marco, che, dopo la pubblicazione sul Giornale di Sicilia della notizia che ha fatto tremare artigiani e commercianti, accetta di chiarire alcuni aspetti dell'operazione che richiederà la collaborazione e la memoria di migliaia di coppie della provincia. «Abbiamo voluto predisporre una banca dati - spiega la Di Marco - che ci permettesse di fare controlli incrociati e individuare gli operatori economici che, secondo le risposte degli interpellati, hanno omesso di dichiarare ricavi o hanno dichiarato ricavi inferiori a quelli effettivamente percepiti». Un'iniziativa in via di svolgimento, che entro l'anno prevede la chiusura della raccolta dati. E poi? Partiranno denunce alle forze dell'ordine? «Non è previsto alcun invio di dati alle forze di polizia, tantomeno denunce - avverte la responsabile della direzione provinciale -, salvo eventualmente nei casi in cui si verifichino reati tributari previsti dal decreto legislativo 74 del 2000. Invece, partiranno verifiche mirate dei nostri funzionari e, se si riscontreranno omissioni di ricavo, si farà l'avviso di accertamento». L'impressione di chi sta svolgendo l'indagine è che le sorprese non mancheranno. «Non abbiamo ancora dati definitivi - aggiunge la Di Marco -. Tuttavia, le analisi preliminari fin qui svolte ci fanno supporre di potere ottenere buoni risultati».
L'iniziativa rientra in un programma più ampio di contrasto all'evasione fiscale, con l'obiettivo di indurre i titolari di partita Iva all'emissione di ricevute e fatture. E il grimaldello per scardinare un fenomeno di evasione fiscale consolidato sono proprio gli stessi clienti dei servizi matrimoniali, ossia gli sposi. Uno strumento, quello del questionario, che ha fatto storcere il naso a molti. «Riteniamo che oggi i tempi siano maturi per chiedere la collaborazione dei cittadini - chiarisce la direttrice Di Marco -. Tutti comprendono quali effetti devastanti causi l'evasione fiscale. Se vogliamo ottenere un abbassamento della pressione fiscale, è necessario che tutti paghino il dovuto e l'unico strumento che ha il cittadino è quello di pretendere lo scontrino o la fattura. Il ”non ricordo“ non è ben visto, perché le spese per un matrimonio incidono molto sull'economia familiare e non è facile dimenticarle». Anche il fatto che il questionario arrivi per posta ordinaria non è un buon motivo per dire di non averlo ricevuto. «Abbiamo un sistema di collaborazione con le Poste che ci permette di sapere con certezza se le nostre missive sono state recapitate, altrimenti tornano indietro». Quindi, sposini, non si scappa.

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