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Cimitero dei Rotoli, vergogna palermitana

Centoventi bare in attesa di una sepoltura. Accatastate in un paio di locali, sporchi, bui, malmessi. È agosto, fa caldo, una bara «esplode» (e nessuno ci venga a parlare di evento imprevedibile, per favore), le esalazioni sono fra il drammatico e il desolante. Poco più in là, un pezzo di cimitero vietato da anni dietro una recinzione, per un costone di roccia che cede e che nessuno ha ancora provveduto a imbrigliare (fra ricorsi, appelli, ritardi e tintinnio di manette). Il Comune, incapace di garantire una degna sepoltura ai suoi poveri cittadini, decide di farne pagare il prezzo ai vivi, prendendo in prestito (con una decisione unilaterale) le sepolture da loro acquistate. Ma nel frattempo gli addetti alle tumulazioni vanno in ferie e ad agosto si fermano pure le pulizie. Il terzo mondo del caro estinto si chiama Rotoli. Vergogna palermitana.

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