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Formazione, controlli sulle assunzioni: nel mirino 1.300 contratti

Accordi col personale esterno siglati da 38 enti che avevano avviato la cassa integrazione

PALERMO. Sono 1.388 i contratti fatti dagli enti di formazione professionale finiti sotto la lente di ingrandimento dell’Ispettorato regionale del lavoro. La relazione inviata giovedì al dipartimento Lavoro, guidato da Alessandra Russo, indica che le assunzioni sono state fatte da 38 enti gestori degli sportelli multifunzionali destinati all’orientamento nel mondo del lavoro.
Iniziano a definirsi i contorni della seconda tranche dell’indagine interna sulle assunzioni di personale esterno fatte da enti che avevano precedentemente messo in cassa integrazione altro personale. Il caso riguarda gli enti che hanno vinto il bando «Avviso 1» del 2010 per attivare sportelli multifunzionali destinati a offrire la formazione obbligatoria per il personale mandato in cassa integrazione da qualsiasi tipo di azienda. Il bando non è del dipartimento Lavoro ma l’indagine è stata attivata dalla Russo.
L’assessorato alla Formazione ritiene che enti con personale in cassa integrazione non possono fare assunzioni. I contratti sono tutti a termine o da Cocopro ma secondo la relazione c’è il rischio che, magari per effetto di azioni giudiziarie dei lavoratori, possano trasformarsi in rapporti a tempo indeterminato: «Nella maggioranza dei casi si è fatto ricorso a profili professionali connotati dai requisiti propri del rapporto di lavoro subordinato e la tipologia atipica del contratto per effetto di legge si trasforma automaticamente nel rapporto che si è tentato di dissimulare». Il rischio è di aumentare gli organici e la relazione precisa che per questo motivo «c’è la necessità di interdire l’utilizzo di queste tipologie contrattuali».
L’ispettorato ha agito incrociando i dati della comunicazioni fatte dagli enti all’Inps al momento di assumere i lavoratori. E si è accorto che «in diversi casi la retribuzione corrisposta agli assunti, rispetto alla durata del rapporto, è particolarmente elevata e ingiustificabile». Ci sarebbero compensi da 7 mila euro per due settimane di lavoro.
Gli enti però si difendono sostenendo che molte di queste comunicazioni non sono nuovi contratti ma semplici modifiche delle date di inizio o fine di altri già stipulati. Inoltre, sostengono che per avviare i corsi era necessario trovare figure professionali che non ci sono nel bacino del personale mandato in cassa integrazione. È la risposta all’obiezione sollevata dall’assessore alla Formazione, Mario Centorrino, secondo cui prima di assumere personale esterno gli enti dovevano recuperare gli esuberi. La Regione a questo scopo sta predisponendo elenchi dei lavoratori in cassa integrazione, che però (altra obiezione degli enti) saranno validi solo per il futuro e non c’erano al momento delle assunzioni. La situazione è molto tesa nel settore. Gli enti saranno chiamati a un contraddittorio in assessorato. L’indagine non è quindi chiusa. Ma tanto basta al Pdl con Salvino Caputo per chiedere all’Ars l’attivazione di una commissione di indagine.

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