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Regione, Pd nel caos sul governo Lombardo

Feroci polemiche dopo la censura a Massimo Russo. I deputati del partito insorgono: "Noi siamo autonomi". C'è chi invoca un congresso straordinario per una sorte di resa dei conti con il segretario Lupo

PALERMO. Un anno fa, di questi tempi, il Pd  a Palermo stringeva il patto con Raffaele Lombardo sotto un  tendone di villa Giulia, alla festa dei democratici. Oggi, il  Partito democratico non festeggia più: la tradizionale kermesse  per quest'anno è stata annullata e proprio i rapporti con  Lombardo stanno lacerando il partito e la tensione è altissima.  C'è chi invoca un congresso straordinario per una resa dei  conti con l'attuale segretario siciliano Giuseppe Lupo troppo  «appiattitò sulla linea dei vertici nazionali e chi, tra i  democratici favorevoli a un governo politico, ipotizza  addirittura la sfiducia a Lombardo in Assemblea regionale  contando sui voti dell'opposizione (Pdl, Pid e Fds) per andare  subito al voto, questa volta alleati col Terzo polo e proprio  col movimento del governatore. Ipotesi quest'ultima che potrebbe  mettere d'accordo chi vuole l'alleanza elettorale ma non il  governo politico subito.    


A fare salire il temperatura, in un clima già surriscaldato  dopo l'ultima direzione e la censura all'assessore alla  Salute Massimo Russo, ci ha pensato Rosy Bindi. Rispondendo alla  trasmissione Agorà sulla questione morale dopo il no della  Camera alla sfiducia al ministro Saverio Romano, il presidente  del Pd ha tirato in ballo la vicenda siciliana, dicendosi  »scandalizzata« dal fatto che "il mio partito è andato a  infilarsi al governo con Lombardo anche pregiudicando la  possibilità di un'alternativa". Una entrata a gamba tesa che  non è piaciuta alla corrente Lumia-Cracolici, che rivendica  l'autonomia del partito e che spinge per proseguire l'esperienza  con il leader autonomista. Poi c'è la corrente del senatore  Enzo Bianco, nemico politico numero uno di Lombardo, e quella di  'Innovazionì del senatore Nino Papania, la cui mediazione  all'ultima direzione regionale del partito sembra sia servita  davvero a poco.     "Lombardo - è il ragionamento della Bindi - è stato in  qualche modo sollevato dal sospetto di mafia e declassato al  voto di scambio. Ti paresse poco! Qualcuno gli ha fatto anche i  complimenti. Vogliamo un intrigo meno chiaro tra politica e  penale di questo? Io ho preso una posizione chiara. Mentre loro  si trincerano sulla situazione locale, io ho posto la questione  molte volte, per me si è sbagliato".


Tocca a due deputati  regionali di peso, Camillo Oddo e Filippo Panarello difendere  »l'autonomia del partito« e invocare l'intervento del  segretario siciliano Giuseppe Lupo. »Bisogna avere maggiore  rispetto per il gruppo dirigente siciliano«, sbotta Panarello  che suggerisce al Pd siciliano »di uscire dall'ambiguità e  prendere una posizione netta, per evitare una diaspora e  interrompere questo processo di continua delegittimazione«.  »Mi auguro che ciò avvenga in tempi brevissimi, altrimenti -  avverte - potrebbe essere utile convocare un congresso  straordinario«. E Oddo aggiunge: »Bindi dovrebbe ricordare che  le decisioni che lei giudica 'scandalosè sono state prese alla  luce del sole«. Ma a gettare legna sul fuoco ci pensa Leoluca  Orlando che ieri durante il voto alla Camera, dopo l'intervento  di un deputato del Pdl che ha citato la doppia morale del  centrosinistra a Roma e in Sicilia, ha fatto mettere agli atti  che il suo partito con Lombardo »non ha nulla a che spartire«.  E oggi, alla prima riunione per preparare le primarie in vista  delle amministrative di primavera a Palermo ha ribadito: "Se il  Pd continua a sostenere Lombardo vuol dire le primarie le  faranno con lui, ma non con noi"

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