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Regione, Idv chiude la porta al Pd sulle nuove alleanze

Attacchi lanciati da Leoluca Orlando e Fabio Giambrone: "Il Partito democratico commissariato da Lombardo". La risposta di Lupo: "Così rompono il centrosinistra"

PALERMO. Non ancora siglato il patto col terzo polo, il Pd scopre di avere già chiusa la porta della sinistra. La settimana che doveva portare chiarezza nelle strategie elettorali si è trasformata in un tutti contro tutti. Il controverso esito della direzione regionale del partito sulle alleanze e sull’ingresso in giunta con politici ha fatto da miccia nella polveriera
Ieri è stata Italia dei valori ad attaccare con Leoluca Orlando e Fabio Giambrone: «Il Pd è commissariato da Lombardo, che lo considera una corrente del suo partito. Alla direzione regionale non hanno deciso nulla perchè non sapevano quale dispositivo avrebbe scritto il commissario». Per Orlando e Giambrone il Pd sta subendo un’emorragia di voti verso Lombardo. Da qui lo strappo di Idv: «Vogliamo costituire una terza via al lombardismo e allo schifanismo individuando prima di tutto un programma e poi i candidati con le primarie». La strategia, subito sostenuta da Antonio Marotta di Rifondazione, è quella di creare a partire dalle Amministrative un cartello con Sel e le liste civiche. Idv e gli alleati puntano anche «agli elettori del Pd che non si riconoscono nella scelta di sostenere il governo Lombardo».
La risposta di Giuseppe Lupo, segretario del Pd che fino a qualche giorno fa non lesinava acrobazie diplomatiche per riavvicinare il Pd alla sinistra, è quasi un addio: «L’Idv, con la sua arroganza, ha deciso di rompere il centrosinistra. Orlando e Giambrone, piuttosto che attaccare il centrodestra si ostinano a scagliarsi contro il Pd nel tentativo di rubargli qualche voto nei sondaggi. Così condannano alla scomparsa Idv in Sicilia pur di giocare una partita solitaria a Palermo». E anche per Tonino Russo, fra i meno convinti della linea del Pd siciliano, finisce per condividere le parole di Lupo: «Idv non ha nè la stoffa nè la consistenza per potersi ergere a spina dorsale del centrosinistra».
Col Pd sotto assedio, anche la maggioranza di Lombardo è più debole. Il caso Russo continua a spaccare i partiti. In vista della mozione di censura del centrodestra da votare martedì, l’assessore alla Sanità ha parlato alla festa LiberEtà organizzata dallo Spi Cgil. L’ex pm accusato anche da Udc e Fli di voler creare un partito ha detto di essere «entrato nel 2008 in una giunta di centrodestra in cui non stavo bene perchè culturalmente non appartengo a quell’area». Russo ha difeso il suo operato da assessore: «Abbiamo picchiato duro sgretolando un sistema di potere che aveva messo in ginocchio la Sicilia». Lunedì Russo incontrerà il gruppo Udc all’Ars. Ma Giovanni Ardizzone ieri gli ha recapitato un lungo elenco di carenze che suona come una sfiducia: «L’assessore ci convinca che in tutta la Sicilia, e in particolare al Papardo di Messina, le nomine dei dirigenti medici rispondono a criteri di efficienza. Ci spieghi perchè 40 dipendenti del 118 di Messina vengono quotidianamente trasferiti a Catania e in base a quali criteri sono stati selezionati. Ci spieghi perchè sono stati depotenziati alcuni ospedali mentre altri no». Il caso Russo continua a indisporre l’Mpa e ieri il capogruppo Francesco Musotto ha invitato Udc e Fli a «ritirare gli assessori se non sono convinti del sostegno a Russo e alla giunta».
 

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