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Venturi: imprese in ginocchio? Colpa del clientelismo

L'assessore alle Attività produttive: misure come il credito d'imposta possono provocare un colpo di reni

PALERMO. «Fra il 2000 e il 2008 abbiamo speso tutti i fondi europei del primo programma, Agenda 2000, è il risultato è che l’economia non ha fatto un passo avanti. E le aziende non sono state aiutate ad affrontare la crisi»: Marco Venturi, assessore alle Attività produttive, individua una delle cause per cui in Sicilia l’imprenditoria sta soffrendo più che altrove. «Abbiamo speso miliardi per formazione professionale e forestali - spiega ancora Venturi - cioè per fare assistenzialismo e clientelismo».
Venturi confida che «misure come il credito di imposta possano provocare un colpo di reni delle aziende». E aggiunge che «il governo ha stanziato 65 milioni per ristrutturare i due bacini del cantiere navale e 150 per dotare di infrastrure il sito di Termini Imerese». Basteranno? Lo stesso Venturi ammette che i problemi sul tappeto sono molteplici: «Abbiamo un tessuto imprenditoriale fatto da circa 500 mila aziende, l’85% delle quali ha meno di 15 dipendenti e meno di 100 mila euro di fatturato. A volte neanche ci accorgiamo della crisi che le sta colpendo. Territori come Agrigento, Caltanissetta e Enna sono alle corde per difficoltà di accesso al credito e impossibilità di crescita». Venturi precisa che «stanno per partite i bandi dei nuovi fondi europei per stimolare la crescita e la ricerca».
«Le imprese siciliane stanno vivendo un momento difficile. È la coda della crisi anche se non bisogna dimenticare che ci sono alcuni settori che mostrano segni di vitalità» dice il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace. «Ci sono altri segnali che fanno ben sperare per il futuro», aggiunge il segretario generale di Unioncamere Sicilia, Alessandro Alfano. «Sempre nel primo semestre 2011, infatti», rileva Alfano, «la Sicilia è la regione in Italia che ha fatto registrare la migliore performace dell'export con una crescita del 29,2%».GIA.PI.-G. VA.

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