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Scarpe lucide e camicie firmate, ecco chi era Scintilluni

Il soprannome lo deve alla sua eleganza, esibita anche quando prendeva i soldi da costruttori e negozianti. Era cresciuto alla corte del boss Spadaro e del capomafia Alberti

PALERMO. Camicie Burberrys, pantaloni con la piega perfetta, scarpe lucide, sempre elegante anche quando prendeva i soldi che gli consegnavano costruttori, salumieri, pasticceri e negozianti. E' uno dei collettori delle tangenti del pizzo a Palermo, Antonino Lauricella, 57 anni, detto "U scintillone" perché riluceva di eleganza anche se lui ha sempre negato il soprannome attribuendosi quello di "Nino il bello", finito nella rete della polizia a Ballarò. Un boss definito "in ascesa" dagli inquirenti e uno degli ultimi due latitanti di Palermo ricercati - l'altro è Giovanni Motisi, scomparso dal 1998 che deve scontare l'ergastolo.
Cresciuto alla corte del boss Masino Spadaro e del capomafia Gerlando Alberti, Lauricella, è stato accusato di traffico di droga, omicidi, mafia, estorsioni. Ma per questi reati spesso è stato assolto. Il mafioso che aveva la sua base operativa nel quartiere arabo della Kalsa è stato condannato definitivamente l'ultima volta a sette anni e mezzo di carcere per estorsioni. Lauricella è inserito a pieno tiolo nel gotha di "Cosa Nostra" dopo gli arresti che hanno decimato i vecchi padrini anche per i rapporti di parentela che lo legano ad altri mafiosi come Pietro Senapa. E' alla fine degli anni '80 che comincia a far parlare di sè.
Nel settembre '92 la polizia sequestra 750 grammi di cocaina e mezzo kg di eroina in casa sua arrestando la moglie Rosa Brusca, la figlia Rosaria e il marito Massimo Russo. Lauricella viene poi colpito da ordine di carcerazione per omicidi nel '96 e un anno dopo viene arrestato a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Nel maggio '98 anche il figlio Salvatore viene coinvolto in un'operazione antidroga. Lauricella entra ed esce dal carcere ma è libero quando scatta il blitz antimafia dopo la "cantata" del pentito Francesco Famoso, esattore del racket delle estorsioni. La polizia esegue cinque ordini di custodia ma l'unico che riesce a sfuggire al blitz è proprio lui che diventa ufficialmente latitante dal 3 ottobre 2005.

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