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Lauricella fermato mentre faceva la spesa

Maroni: "Assicurato alla giustizia un boss in ascesa". De Francisci: "Arresto difficile per colpa dell'omertà". Inizialmente ha negato la sua identità. Nonostante la sua passione per i vestiti di marca, al momento dell'arresto sembrava più un clochard

ROMA. "Grazie all'eccellente lavoro investigativo della Squadra Mobile di Palermo è stato assicurato alla giustizia un boss mafioso molto pericoloso e in forte ascesa". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che si è congratulato con il capo della Polizia e direttore generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, prefetto Antonio Manganelli, per l'arresto di Antonino Lauricella, latitante dal 2005.
 "E' stato un arresto difficile per la cortina di omertà che si ergeva attorno a Lauricella", ha detto invece il procuratore aggiunto di Palermo, Ignazio De Francisci. "La Squadra Mobile di Palermo, con la consueta professionalità e impegno, è riuscita in quest'operazione. Siamo molto soddisfatti perché Lauricella, pur non essendo un latitante di primo piano, gestiva gli affari mafiosi nel cuore di Palermo", ha aggiunto. Lauricella ha presentato ricorso in Cassazione per una condanna per estorsioni e gli inquirenti devono stabilire se ha diritto all'interrogatorio di garanzia che comunque si svolgerà non prima di domani.
Il latitante, al momento dell'arresto, non aveva telefonino cellulare e in tasca aveva 40 euro. E' stato fermato tra le bancarelle del mercato di Ballarò mentre stava andando a fare la spesa.


A tradire Lauricella è stata una fonte confidenziale. Un personaggio "a piede libero e affidabile" lo definiscono gli investigatori. Conosce bene il latitante e ha messo gli agenti della sezione criminalità diffusa sulle sue tracce che negli ultimi giorni si sono concentrate nel quartiere Ballarò.     Lauricella, al momento del fermo, ai aggirava tra le bancarelle del mercato. Ai poliziotti ha detto di chiamarsi Salvatore Messina. Non aveva documenti addosso. Condotto alla squadra mobile ha continuato a negare la sua vera identità. Si é confuso, però, su alcune parentele. Poi, messo alle stette, ha confessato: "Sono io Lauricella" e si è complimentato con il dirigente della sezione Carmine Mosca. Adesso è caccia ai covi di Lauricella che addosso aveva alcuni mazzi di chiavi.



Il mafioso Antonino Lauricella é detto "scintillone" per la sua abitudine di vestirsi con abiti di marca. Quando è stato preso, però, Lauricella sembrava più un clochard che un uomo elegante. Pinocchietti, foulard al collo e fascia rossa legata alla fronte: l'abbigliamento stravagante sarebbe stato utilizzato dal mafioso Antonino Lauricella per mimetizzarsi. La sua teoria, spiegano gli investigatori, era 'piu' attiro l'attenzione, meno ipotizzeranno che sia un pericoloso latitanté.    Lauricella è claudicante. Agli agenti ha spiegato di avere un problema alla caviglia per una caduta dal motorino. "Ci ha anche detto di non essersi procurato un documento falso per evitare altri due anni di carcere", ha spiegato il capo della squadra mobile Maurizio Calvino.    In mano Lauricella aveva un sacchetto con un paio di guanti in lattice e un coltellino. "Ha spiegato che gli serviva per pescare - ha detto il procuratore aggiunto Ignazio De Francisci - e che andava dove c'era molta gente: a Mondello o all'Acquasanta".    Lauricella aveva anche due mazzi di chiavi di due appartamenti di parenti a Brancaccio.    A far partire le indagini, durate un paio di settimane e svolte dalla sezione Criminalità diffusa è stata la "soffiata" di un confidente che gli inquirenti hanno poi approfondito. "Ci ha detto che si poteva trovare a Ballarò - ha proseguito Calvino - Sapevamo che usava la bandana e un vestiario particolare. Gli appostamenti sono proseguiti in questi giorni fino a oggi quando l'abbiamo beccato".     Uscendo dalla Squadra Mobile per essere portato in carcere, il mafioso ha detto: "Tanti auguri". E poi ha aggiunto: "Ma non a voi", rivolgendosi ai giornalisti, "ma a loro", indicando i poliziotti.

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