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Egitto, invasa l'ambasciata israeliana

In tarda serata centinaia di dimostranti hanno dato l'assalto all'ambasciata, entrando dentro, lanciando documenti dalle finestre e costringendo l'ambasciatore a una precipitosa fuga in aeroporto

IL CAIRO. Ieri sera, l'assalto dei manifestanti egiziani al nuovo muro di protezione dell'ambasciata israeliana al Cairo sembrava finito lì, con la demolizione del muro stesso. Ma in tarda serata, centinaia di dimostranti hanno dato l'assalto all'ambasciata, entrando dentro, lanciando documenti dalle finestre e costringendo l'ambasciatore a una precipitosa fuga in aeroporto.
Il premier Netanyahu ha chiamato Obama per chiedere aiuto, il presidente americano ha invitato l'Egitto a garantire la sicurezza della rappresentanza diplomatica. Il ministro dell'Interno egiziano ha dichiarato lo stato di allerta, decine di blindati sono accorsi sul posto e ci sono stati scontri tra forze di sicurezza e manifestanti. Barack Obama ha esortato l'Egitto a garantire la sicurezza della sede diplomatica israeliana, dopo che alcuni dei manifestanti si sono introdotti nell'edificio, dalle cui finestre hanno cominciato a lanciare documenti. "Scritti in arabo, ma con i timbri dell'ambasciata israeliana", hanno riferito testimoni. Sono solo "brochure e moduli" presi nell'ingresso dell'ambasciata, hanno reagito gli israeliani, negando che vi sia stata una vera e propria irruzione nell'edificio: "Solo qualcuno è riuscito a raggiungere giusto l'ingresso" della sede diplomatica.
Intanto però il ministro israeliano della Difesa Ehud Barak aveva già parlato con il suo omologo americano Leon Panetta e con l'inviato di Obama Dennis Ross, chiedendo che gli Usa si adoperassero per garantire la protezione dell'ambasciata. Mentre in una conversazione telefonica tra il presidente Obama e il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il primo ha espresso "grave preoccupazione" per la situazione dell'ambasciata di Israele al Cairo. I due hanno quindi concordato di rimanere in contatto fino a quando la situazione non sarà stata risolta, ha fatto sapere la Casa Bianca.
Nel frattempo sul posto cominciavano ad affluire decine di mezzi blindati dell'esercito egiziano. Il ministro dell'Interno egiziano ha dichiarato lo stato di allerta e ha revocato permessi e licenze delle forze di polizia, mentre il primo ministro ha convocato il gabinetto di crisi. Anche in Israele è stata attivata un'unità di crisi, presso la sede del ministero degli Esteri a Gerusalemme, dove è giunto anche il ministro, Avigdor Lieberman. Secondo la tv di stato egiziana ed Al Arabiya, l'ambasciatore israeliano al Cairo ha raggiunto l'aeroporto insieme con suoi familiari e membri dello staff dell'ambasciata.
Nella notte si sarebbero tutti imbarcati su un aereo arrivato da Israele per portarli via. A scatenare le proteste degli egiziani era stata la decisione delle autorità locali di erigere una protezione a difesa della rappresentanza diplomatica israeliana, oggetto di numerose manifestazioni, soprattutto dopo l'uccisione di cinque guardie di frontiera egiziane dopo gli attentati di Eilat. Secondo i manifestanti, l'Egitto dovrebbe seguire l'esempio della Turchia e del suo premier Recep Tayyeb Erdogan, che ha espulso l'ambasciatore israeliano e ha ritirato il suo in Israele in segno di protesta contro le mancate scuse per l'attacco alla flottiglia delle libertà lo scorso anno. Erdogan é atteso al Cairo lunedì, una visita che sta generando grande attesa.

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