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Sclerosi multipla, nuovo esperimento con cellule staminali

L'intervento è stato effettuato a Palermo su un paziente di 24 anni, dall'equipe dell'Unità di trapianto di midollo osseo di Villa Sofia, diretta dalla dottoressa Scimè, e dai medici della Neuroimmunologia dell'azienda, coordinati dal dottor Cottone

PALERMO. Sconfiggere la sclerosi multipla con il trapianto di midollo autologo di cellule staminali emopoietiche. L’intervento in via sperimentale è stato effettuato dall’equipe dell’Unità di trapianto di midollo osseo dell'Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello, diretta dalla dottoressa Rosanna Scimè, e dai medici della Neuroimmunologia dell’Azienda coordinati da Salvo Cottone.
Il paziente è un giovane di 24 anni di Palermo che dopo una degenza di 10 giorni è tornato a casa. Il trapianto è stato effettuato nell’ambito di un protocollo di ricerca finalizzato a valutare la sicurezza e l’efficacia del trattamento in pazienti affetti da sclerosi multipla non-responder ad almeno due linee di terapia.
“Si tratta di pazienti che, nonostante abbiano effettuato diversi trattamenti immunomodulanti o immunosoppressivi – spiega il dottor Cottone - continuano a presentare attacchi acuti di malattia o nuove lesioni in risonanza magnetica. Tale tipo di approccio terapeutico prevede l’utilizzo di cellule staminali prelevate dal circolo sanguigno dello stesso paziente candidato al trapianto”. “I primi dati di follow-up confermano – continua Cottone - che questo tipo di approccio terapeutico è in grado di sopprimere, anche per diversi anni, ogni segno di attività infiammatoria nei pazienti con sclerosi multipla e una stabilizzazione del decorso della malattia”. Sebbene semplice  nella sua schematicità dal punto di vista teorico, questo tipo di trapianto “è una terapia complessa – precisa Scimè - e non priva di rischi per cui, nel caso di una malattia infiammatoria cronica invalidante che incide sulla qualità ma non sull’aspettativa di vita, come la sclerosi multipla, è opportuno che venga effettuato in casi selezionati e in centri di alta specializzazione”.
Le cellule vengono reinfuse (autotrapianto) al termine di un trattamento di chemioterapia o di radioterapia  ad alte dosi, per assicurare la ricostituzione del midollo osseo del paziente. La chemioterapia ad alte dosi ha lo scopo di ridurre marcatamente i linfociti responsabili dell’attacco infiammatorio contro la mielina e le cellule nervose, alla base delle alterazioni patologiche della malattia. Le cellule staminali reinfuse hanno inoltre la capacità di rigenerare linfociti non programmati per danneggiare il cervello e il midollo spinale dei pazienti con sclerosi multipla.

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