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Manovra, si potrà licenziare col sì dei sindacati

E' quanto esplicita un emendamento sui contratti di lavoro a livello aziendale. Tra le materie per le quali è possibile la deroga figura anche il licenziamento

ROMA. Via libera dalla Commissione Bilancio del Senato alla manovra. Da martedì il decreto legge sarà esaminato dall'Aula, per poi passare alla Camera. Soddisfatti sia il governo che la maggioranza. Il presidente del Senato Renato Schifani "plaude" al lavoro fatto dalla Commissione. "I tempi - ha sottolineato - sono stati rispettati con grande sforzo e sono certo che lo stesso avverrà per i lavori dell'Assemblea". Il sottosegretario all'economia Antonio Gentile parla di "clima di responsabilità" e di manovra "migliorata e rafforzata nei saldi". Il relatore e presidente della Commissione Bilancio, Antonio Azzollini, rileva che "la finanza pubblica italiana ne è uscita rafforzata". Dal Pdl il presidente dei senatori Maurizio Gasparri evidenzia il "rispetto dei tempi" da parte dei senatori mentre il vicepresidente, Gaetano Quagliariello, fa notare come il Senato "non abbia stravolto ma migliorato" la manovra.     Critico invece il Pd. Il presidente del gruppo a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, rileva che "la pressione esercitata sul governo e sulla maggioranza ha permesso di ridurre qualche danno" ma "resta comunque una manovra sbagliata".    Oggi, nonostante il giorno festivo, la Commissione Bilancio ha lavorato ininterrottamente per tutta la giornata. L'obiettivo era arrivare al via libera in giornata, anche perché la preoccupazione, secondo quanto trapelato, era quella di chiudere la manovra prima dell'apertura dei mercati asiatici (Tokyo). Martedì il decreto approderà in Aula e ci sarà tempo fino a sabato per l'ok definitivo. Poi la palla passerà alla Camera.    Per quanto riguarda il passaggio in Aula a Palazzo Madama, ancora oggi sono in tanti, dal segretario del Pdl Angelino Alfano al ministro degli Esteri Franco Frattini, ad escludere il ricorso alla fiducia. Possibilista invece il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani: "se la fiducia è necessaria - afferma - come sempre può essere messa. E' una decisione che verrà presa in settimana". In ogni caso, allo stato delle cose non si può dire una parola definitiva: dipenderà infatti, è quanto trapela al Senato, dal numero degli emendamenti che arriveranno. Se l'opposizione ha visto passare in questi giorni diversi emendamenti presentati - primo tra tutti quello sulla cosiddetta 'spending review' di Enrico Morando del Pd, che aveva subito ricevuto la 'benedizione' dello stesso ministro dell'Economia Giulio Tremonti - resta l'insoddisfazione per una manovra che, secondo Finocchiaro, fa pensare che "il governo, troppo preso dai litigi interni, si sia dimenticato dell'Italia".     Il testo arriva ora in Aula con diverse novità. A partire dall'articolo 8, con le modifiche votate proprio oggi, che consentono a contratti aziendali e territoriali di derogare a leggi e contratti nazionali. Anche sulla delicata questione del licenziamento, ovvero dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.     La Commissione si è incagliata nel pomeriggio sulla questione delle banche di credito cooperativo. Lega e Pdl avevano presentato un emendamento-fotocopia per esentare gli istituti dalla stretta sulle coop. Ma la norma, secondo quanto si apprende, non aveva sufficiente copertura e alla fine gli emendamenti sono stati ritirati.    Via libera infine con qualche modifica al pacchetto fiscale firmato dal ministro Tremonti. Salta in particolare l'obbligo di indicare il nome della banca sulla dichiarazione dei redditi: una modifica criticata da Giovanni Legnini del Pd che vi vede una "mezza marcia indietro" nella lotta all'evasione. Inoltre i controlli del Fisco sui conti correnti bancari potranno scattare anche in via preventiva e non solo in caso di accertamento. I Comuni potranno pubblicare online le dichiarazioni dei redditi, ma per categorie di soggetti, senza dunque una identificazione esplicita del contribuente. Infine la norma sul carcere per i super evasori (oltre 3 milioni di euro) non sarà retroattiva.

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