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Allarme rosanero, si pensa a Rossi?

Il ko di Napoli ha confermato in modo chiaro e inequivocabile che di questo passo non si va da nessuna parte. Sembra che a Zamparini sia passato in mente di richiamare l’ex tecnico. I prossimi tre giorni cruciali per la stagione del Palermo

PALERMO. La calda e lunghissima serata di Napoli ha aperto gli occhi al Palermo. O forse ha confermato in modo chiaro e inequivocabile che di questo passo non si va da nessuna parte. E allora si cambia. In tre giorni non sarà facile trovare i rimedi alle incertezze che hanno segnato questi primi mesi di stagione ma il Palermo ci proverà. Come? Questo è da vedersi. Sembra che piuttosto di cambiare allenatore (usanza in voga nella gestione Zamparini e che spesso negli ultimi anni ha dato buoni risultati) il club rosanero abbia deciso di mettere mano all’organico cercando di coprirne le carenze. Due gli obiettivi: un centrocampista di grande qualità (non necessariamente un regista classico, Sogliano sta lavorando su un italiano) e un attaccante. Da qui la voce girata intensamente ieri di un interessamento del Palermo per il bomber della Fiorentina Andrea Gilardino. Per la verità è più il club viola che vorrebbe Pinilla.
La spia dell’emergenza si è accesa sabato notte, dopo il ko di Napoli tra le luminarie del San Paolo. Il ko più pesante del precampionato, benchè ci fossero tutte le condizioni per un tracollo (anche ambientali e motivazionali). Una sconfitta che però ha evidenziato tutta la differenza di qualità tra rosanero e azzurri, che fino a pochi mesi fa gareggiavano alla pari. La prestazione del San Paolo (mezzo tiro in porta in tutta la gara, un bel passo indietro rispetto alla gara col Fenerbahce) ha fatto scattare l’allarme e la prima tentazione è stata quella di mettere alla sbarra l’allenatore e il suo staff. Ritenendo che Pioli non abbia mostrato la necessaria «determinazione» per plasmare una squadra ormai tutta diversa da quella dello scorso anno, che oggi non ha punti di riferimento, non corre più degli avversari nonostante abbia iniziato la preparazione con due settimane di anticipo e che fatica a mettere insieme tre passaggi di fila. Sembra che per un attimo a Zamparini sia passato in testa di richiamare Delio Rossi, mettendo da parte il proprio orgoglio. Quasi un atto di umiltà, di attaccamento ai «colori sociali». Lino Mutti, ex del Palermo nella stagione Sensi, un altro nome che è girato con frequenza tra i discorsi del management rosanero.
Ma per ora Stefano Pioli non si tocca, Zamparini lo ha scelto personalmente e nonostante la delusione per questi primi risultati (domani sarà a Palermo per un faccia a faccia con allenatore e squadra) vorrebbe portare avanti col tecnico emiliano il progetto rosanero. Magari mettendogli a disposizione quel paio di pedine che il tecnico gli ha chiesto e che possono cambiare il volto di una gruppo senza un vero leader e di conseguenza senza un gioco.
Al di là dei moduli adottati (prima «3-4-2-1», poi «4-3-2-1») a questo Palermo manca un giocatore di grande personalità e qualità in mezzo al campo. Basta pensare che il centrocampista più tecnico dei rosa è Nocerino, che per anni fu indicato (e lui stesso se ne compiaceva) come l’erede di Gattuso. E non ci sono alternative, se non Bertolo che ha da tempo la valigia pronta.
Lo scorso anno - dopo l’accantonamento di Liverani - i ripieghi in mezzo al campo di Pastore (che di fatto giocava da play maker arretrato) coprirono il problema ed oggi è impossibile chiedere a Ilicic e Zahavi lo stesso lavoro del Flaco. Avendo entrambi caratteristiche diverse. Questo della leadership è un vecchio problema, il primo problema che noi stessi avanzammo dopo la finale di Roma. Attorno a chi è stato costruito questo Palermo? Chi è il giocatore di questa squadra che nei momenti di difficoltà sappia infondere ai compagni fiducia? In difesa certamente Silvestre ha grande personalità, ma negli altri reparti rileviamo soltanto una grande confusione e una spiccata predisposizione al fai da te.
Trovare a tre giorni dalla chiusura del mercato un giocatore con queste qualità sarebbe un mezzo miracolo, ma il Palermo sembra intenzionato a provarci e fino a ieri sera Sogliano e Cattani hanno lavorato attorno a un tavolo con Zamparini. Come finirà? L’impressione è che nei prossimi tre giorni il Palermo segnerà tutta la sua stagione perchè se quest’organico non verrà completato adeguatamente nessun tecnico, nè Pioli, nè Rossi e neppure Guardiola, potrà ottenere grandi risultati. E allora sarebbe meglio dire: «Puntiamo a un campionato di transizione, lavoriamo sui nostri giovani (che sono tanti e alcuni davvero bravi, ndr) e su quei giocatori che vestono davvero con piacere la maglia rosa, cominciamo un ciclo per raccogliere i frutti tra qualche anno». Forse questo ragionamento, che fanno altri club importanti, sarebbe più gradito dal pubblico rosanero.
In tutto questo c’è anche il «problema» Miccoli. Se così si può dire. Non gioca ed è sempre più triste. Per il pubblico è ancora il capitano, per i compagni può essere un riferimento importante (anche perchè nè Ilicic, nè Zahavi stanno incantando); in questo momento il recupero dell’attaccante può togliere qualche castagna dal fuoco di Pioli, la cui panchina - abbiamo l’impressione - da sabato sera ha cominciato a traballare.

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