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Manovra, Bersani apre al dialogo

Il segretario del Pd: pronto a discutere sulle pensioni. Ma non è da lì che si possono cavare i soldi per coprire i buchi

ROMA. "Le pensioni sono un discorso serio. Io sono per discutere", ma "é ora di smetterla di di tentare di cavar soldi da lì per coprire il buco del giorno, per non toglierli agli evasori o a chi è sempre al riparo". L'apertura al dialogo sulla riforma pensionistica arriva dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani che, intervistato dalla Stampa, ribadisce il suo no al tentativo far cassa con la previdenza.
"Se si vuol parlare di evoluzione del sistema pensionistico a favore dei giovani, si ricordi che noi siamo i primi ad aver fatto la riforma", dice Bersani. "Per noi la messa a regime del sistema consiste nell'individuare una fascia di anni nella quale ci sia flessibilità di uscita in ragione di meccanismi di convenienza. Parliamone". Tuttavia, rimarca, "quel che non accetto è che per colmare il buco degli enti locali si vogliano toccare le pensioni: si facciano pagare i condonati e si metta una tassa sui patrimoni rilevanti. Se non sanno come si fa, glielo spieghiamo noi".
Con il piano economico del Pd "si può non essere d'accordo,ma non lo si snobbi, perché non ci faremo intimidire da chi dice semplicemente che non si può", prosegue il leader dei democratici. "Da molte parti sta venendo fuori la favola che non è possibile far pagare chi non ha mai pagato. E' vergognoso".
Nell'intervista Bersani mostra apprezzamento per l'intervento pronunciato a Rimini dal capo dello Stato. "Noi ascoltiamo Napolitano", sottolinea. Però "il Presidente, come tutto il paese, sa che noi intendiamo essere un'opposizione di governo assolutamente responsabile ma alternativa, perché la cura berlusconiana cui è sottoposta l'Italia è un assoluto disastro. La nostra responsabilità - aggiunge - si ferma alla soglia del merito delle scelte".
Meno apprezzato, invece, il discorso di Montezemolo. "A me le sue dichiarazioni non sono piaciute", afferma Bersani. "Nel merito, si limiti a dire se sia più giusto chiedere solidarietà ai condonati o ai tassati. Più in generale, è uno sport antico di certo terzismo cercare di farsi largo criticando a destra e a manca. Siamo in un sistema ormai radicalmente bipolare: oltre a dire cosa si vuol fare, bisogna anche spiegare da che parte si sta".

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