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Regione, tagli alle autoblù: da 155 a 123

La delibera di Lombardo permetterà un risparmio di 200 mila euro all'anno. Ma monta la protesta degli autisti che con questo procedimento lavoreranno di meno e avranno una diminuzione dello stipendio

PALERMO. Alla Regione hanno ridotto le autoblù. Ma sarà molto più difficile ridurre gli autisti e perfino cambiare il loro orario di lavoro. Perchè, va bene, c’è la crisi ma togliere le indennità magari in cambio di turni meno stressanti è come maneggiare dinamite. Nel silenzio monta la protesta degli autisti, pronti a scioperare a settembre. La vicenda nasce dalla delibera con cui Lombardo ha ridotto le autoblù. Delle attuali 155, che costano 540 mila euro all’anno, ne rimarranno 123. Le prime 32 saranno restituite a giorni, scaduti i contratti di leasing, per un risparmio di 200 mila euro.
Perderanno l’autoblù i dirigenti generali e i vertici degli uffici di gabinetto. Per loro erano riservate 44 auto e le 32 tagliate sono proprio quelle sottratte a questi dirigenti (mentre gli assessori mantengono la vettura della Regione). Ma a questo punto sono sorti i problemi. Il piano per la riorganizzazione dell’autoparco non è ancora stato messo a punto, e già però vede decine di oppositori. «L’idea - spiega Walter Burrescia, dirigente del settore - è quella di evitare che per intere giornate le autoblù sostino inutilmente sotto gli uffici. Ci sarà invece una base dalla quale partiranno i mezzi ogni volta che sarà necessario». Ricevuta la chiamata, l’autista raggiungerà l’ufficio che lo ha contattato, farà salire il dirigente e lo porterà a destinazione. Poi tornerà alla base, in attesa di altre chiamate. Ci saranno meno auto che viaggeranno di più.
La definizione del piano avverrà entro dieci giorni. Poi sarà discusso con i sindacati e attuato dal primo ottobre. Ma tutti sanno che i 138 autisti lavoreranno di meno (almeno in termini di ore giornaliere) e ciò provocherà la perdita o drastica riduzione dei 750 euro netti al mese di indennità che questa categoria somma allo stipendio (circa 1.500 euro nette al mese). Una somma calcolata forfettariamente e che comprende il lavoro nel week end.
Inoltre, rivoluzionando turni di lavoro e diminuendo i mezzi, non ci sarà più bisogno di tutti questi autisti. Ma a perdere soldi e cambiare orario non ci sta nessuno. Dietro garanzia dell’anonimato, ieri in molti ammettevano che «se anche solo dimezzano l’indennità, non se ne fa più niente. Chiederemo di essere trasferiti negli uffici, dove si può stare a leggere il giornale per la stessa cifra. Tagliando a noi si risparmia pochissimo. Altra cosa sarebbe togliere ai dirigenti i premi di rendimento». Alcuni autisti hanno già chiesto agli assessori di intervenire per cambiare il piano. Ma, dall’altro lato, per alcuni assessori «è pur vero che spesso gli autisti restano per intere giornate fermi in auto sotto l’ufficio a leggere il giornale...».
Come finirà? Burrescia è cauto: «Faremo un piano che tenga conto dell’esigenza di risparmio e di funzionalità del servizio». Dal 21 settembre scatterà la concertazione sulle soluzioni trovate. Ma nell’attesa i sindacati sono stati allertati dagli autisti, che spingono per una protesta se le indiscrezioni saranno confermate.
Di fronte a una manovra che dovrà individuare tagli per 1,4 miliardi, basterebbe questa vicenda (il risparmio calcolato è inferiore al milione) per capire il clima che si respira alla Regione in questi giorni. E il rischio è di apparire come la Regione più pazza del mondo: mentre Armao sta scrivendo la manovra mettendo ai primi punti la soppressione dell’Agenzia per l’impiego, la dirigente di questo dipartimento, Letizia Di Liberti, ha firmato il decreto con cui riorganizza l’intera struttura. Una rivoluzione interna che arriva (virtualmente) a pochi giorni dalla chiusura. Un po’ come nel caso dei Comuni: ce ne sono 31 piccolissimi già in rivolta perchè lo Stato ne ha annunciato la soppressione. E nelle stesse ore in cui i sindaci si preparano a scendere in strada, la Regione prevede nella propria manovra di mantenerli in vita sottraendo però loro funzioni amministrative. Contro chi protesteranno i sindaci, contro Tremonti o contro Lombardo?

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