Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Manovra, ecco i comuni siciliani che potrebbero "sparire"

Gli enti locali dell'Isola sono protetti dagli effetti dei provvedimenti anticrisi per via dello "scudo" dello Statuto regionale. Ma se ci fosse il completo recepimento, i tagli di Roma potrebbero abolire le Province di Enna e Caltanissetta, con meno di 300 mila persone. La stessa sorte, secondo i dati Istat, toccherebbe anche a 30 Comuni siciliani

PALERMO. Sedici abitanti salverebbero due Comuni dall'estinzione: Mirto e Gratteri. Per 14 persone non scomparirebbe anche Cefalà Diana. Ma è solo un'ipotesi. Perché gli enti locali siciliani sono protetti dagli effetti della manovra per via dello «scudo» dello Statuto regionale.
Ma se la Regione dovesse recepire gli effetti dei tagli di Roma, sarebbero abolite due Province, Enna e Caltanissetta, dal momento che sono abitate da meno di 300 mila persone. La stessa sorte, secondo i dati dell'Istat, toccherebbe anche a 30 Comuni siciliani. È questo il numero degli enti locali nel cui territorio non risiedono più di mille persone. E la leadership spetta alla provincia di Messina, dove ne sparirebbero 23. In provincia di Palermo, invece, sono quattro i Comuni che condividerebbero questa sorte. Uscirebbero indenni dal provvedimento tutti quelli delle province di Catania, Ragusa e Trapani.
Secondo il presidente della Provincia di Enna, Giuseppe Monaco, l'abolizione degli enti intermedi più piccoli comporterebbe risparmi esigui: «Sono d'accordo con la riduzione del numero dei consiglieri o degli assessori - dice Monaco - ma con l'abolizione delle Province si risparmierebbe poco. Infatti, il costo del consiglio provinciale di Enna equivale a quello di tre deputati nazionali. Ma consente piuttosto un governo diretto del territorio che altri enti non riuscirebbero a garantire».
Dalle ipotesi alla realtà. La Regione si sta muovendo in direzione opposta a quella adottata dal governo nazionale. Lo evidenzia l'assessore per l'Economia, Gaetano Armao. «Non puntiamo all'accorpamento di Comuni - spiega - ma al riordino degli enti locali e all'affidamento dei servizi a consorzi di Comuni. L'obiettivo è decentrare personale e funzioni». In quest'ottica è orientato il disegno di legge per l'abolizione delle Province, allo studio della giunta regionale. E il coordinatore di Fli nell’Isola, Carmelo Briguglio, rilancia: «Le Province in Sicilia vanno abolite tutte, siamo disponibili a lavorare sin da subito».
Il neopresidente dell'Anci, Giacomo Scala, giudica negativamente il provvedimento relativo agli enti locali contenuto nella manovra. «La riforma dell'ordinamento dei Comuni non è una modifica che si può fare per decreto da un giorno all'altro - afferma -. È necessaria, piuttosto, una norma organica per organizzare i servizi tra più Comuni e migliorarne la qualità. Se poi bisognasse riformare il loro assetto si dovrebbe redigere una norma concertata che non risponda solo al criterio dei tagli a ogni costo».
Il Comune con minori abitanti dell'Isola è Roccafiorita, in provincia di Messina, che ne conta solo 232. In una realtà così piccola l'autosufficienza sembra essere comunque una difficoltà. E lo spettro dell'aggregazione con altre realtà potrebbe manifestarsi come una necessità a causa degli scarsi trasferimenti di fondi e dei servizi che spesso bisogna ottenere grazie a collaborazioni con comuni vicini. Ma secondo il sindaco del piccolo centro, Santino Russo, «c'è un'altra verità: se dovessero sparire Comuni così piccoli si estinguerebbe con più facilità il patrimonio di tradizioni e storia custodito dalle realtà locali. Speriamo - aggiunge Russo - che le misure di accorpamento, che devono, però, rispondere a criteri di economicità, ritardino. Ma se è necessario le accoglieremo. Del resto in parte siamo già consorziati con altri Comuni per vari servizi, come la vigilanza, a causa delle carenze economiche». La via del consorzio, dunque, è già avviata. I provvedimenti amministrativi andrebbero solo ad accelerare questo processo.

Ecco i comuni siciliani che, secondo le intenzioni del governo nazionale, non avrebbero più assessori e consigli comunali. Fra parentesi il numero degli abitanti secondo l’Istat al primo gennaio di quest’anno. A questi comuni vanno aggiunte le province di Enna e Caltanissetta che non raggiungono i 300 mila abitanti.

PROVINCIA DI MESSINA
Antillo (996), Casalvecchio Siculo (945), Malfa (943), Tripi (943), Forza d'Agrò (922), Limina (912), Santa Marina Salina (894), Motta Camastra (894), Reitano (878), Motta d'Affermo (850), Alì (834), Malvagna (821), Frazzanò (804), Moio Alcantara (753), Roccella Valdemone (714), Leni (697), Basicò (692), Mongiuffi Melia (670), Mandanici (653), Floresta (542), Condrò (495), Gallodoro (389), Roccafiorita (232)

PROVINCIA DI PALERMO
Santa Cristina Gela (927); Scillato (637); Campofelice di Fitalia (553); Sclafani Bagni (454)

PROVINCIA DI AGRIGENTO
Comitini (946)

PROVINCIA DI CALTANISSETTA
Bompensiere (624)

PROVINCIA DI SIRACUSA
Cassaro (819)

PROVINCIA DI ENNA
Sperlinga (895)

Caricamento commenti

Commenta la notizia