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Il posteggiatore abusivo dell'ospedale Cervello

Egregio Direttore, il 5 agosto, mi sono recato presso l'ospedale "V. Cervello" per trovare un mio caro parente che si trova in cura presso i vostri reparti; devo ringraziare per la qualità delle cure che il mio parente sta ricevendo ma purtroppo devo segnalare un problema incredibile che ho riscontrato all'esterno della vostra struttura. Dopo la visita sono andato a prendere la macchina posteggiata nello spazio all'interno del cancello dell'ospedale, ho visto una "persona" avvicinarsi a me durante il tragitto fino alla mia macchina lasciando tintinnare le monetine all'interno del suo pesante marsupio (e di pesante sicuro non lo era per il materiale di cui era fatto ma per il peso del suo contenuto); tale tizio ha PRETESO che lo pagassi per il suo "servizio" di posteggiatore abusivo (non ho visto alcun cartello firmato dalla dirigenza dell'ospedale che lo certificasse come addetto alla sorveglianza delle auto) e solo perché ormai abituato a trattare con tali persone non gli ho dato nemmeno un centesimo.
Sinceramente sono rimasto molto deluso dal fatto che, anche in un posto in cui non si va proprio per piacere, ci sia una sanguisuga pronta a chiedere soldi per un "servizio" mai richiesto e mi chiedo come mai la dirigenza dell'ospedale, se a conoscenza della presenza di questa persona, non si mobiliti per scacciare via dalla propria area tale soggetto (altrimenti verrebbe da pensare che l'ospedale stesso sia succube della presenza di questo posteggiatore).
Spero che questo problema venga risolto al più presto possibile perché è ormai veramente impossibile essere in ostaggio continuo di queste persone che con la scusa del "me lo offre un caffè" vivono alle spalle delle persone che pagano le tasse che vengono pagate anche per questi signori che risultano nullatenenti (e quindi hanno tutte le possibili agevolazioni da parte del governo regionale e statale) ma che hanno di sicuro più soldi di una persona che studia per anni.

Vi ringrazio per il tempo dedicato alla lettura di questa e-mail

Distinti saluti,

Antonio Quatrosi

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