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Borsa, giovedì nero per i mercati internazionali: Milano a -5%

Non è andata meglio a Londra, Francoforte e Parigi con una perdita di circa il 3%. Segno negativo anche per Wall Street. E ora si guarda con trepidazione ad oggi, giorno tradizionale di ribassi

NEW YORK. Una giornata nera, nerissima, ieri per i mercati internazionali che colpisce particolarmente duro l'Italia.
Piazza Affari ha visto l'indice principale andare in black out nell'ultima mezz'ora di contrattazioni per poi chiudere a -5%, con ribassi a due cifre dei titoli principali mentre lo spread con il Bund tedesco finisce alle stelle, oramai a pochi punti da quello della Spagna, altra grande vittima di queste settimane.
E ora si guarda con trepidazione ad oggi, venerdì, giorno tradizionale di ribassi in una situazione di incertezza.
Tokyo ha chiuso la seduta con un tonfo del 3,72%, scontando il crollo di Wall Street e dei listini europei per le turbolenze sul debito sovrano in Europa e i timori sulla tenuta dell'economia mondiale, viste le difficoltà degli Usa.
Eppure la giornata di ieri sembrava essere iniziata con qualche barlume di speranza, seppure inquinato da una forte dose di nervosismo, ma oramai i mercati e gli investitori sembrano aver perso la fiducia nella capacità dei governi degli Stati Uniti e dell'Europa di gestire i debiti accumulati per fare fronte alla crisi ed evitare nuovi casi Grecia.     
All'avvio di seduta comunque gli indici di Milano e europei rimbalzano: la decisione del governo italiano di incontrare le parti sociali sembra concedere una tregua alla speculazione, mentre si attende la decisione della Bce, che puntualmente avviene alle 13.45, di lasciare invariati i tassi. Ma poi dagli Stati Uniti arrivano segnali di un avvio negativo di Wall Street e il presidente della Bce, nella conferenza stampa, lancia segnali di forte preoccupazione per l'economia europea. E i listini americani peggiorano con il passare delle ore: il Dow Jones chiude perdendo 512,76 punti, o il 4,31%, a 11.383,68 punti. Il Nasdaq cede 136,68 punti, o il 5,08%, a 2.556,39 punti. Lo S&P 500 lascia sul terreno 60,27 punti, o il 4,78%, a 1.200,07 punti.     
Trichet riconosce che la Bce ha ricominciato ad acquistare titoli di stato, ma solo quelli portoghesi e irlandesi, e non menziona i titoli italiani e spagnoli come sembrava attendere il mercato e, come ha lasciato intendere, anche il ministro dell'economia Tremonti. Tanto basta ai mercati per far riallargare lo spread, in mattinata tornato a quota 350 punti, con una corsa inarrestabile verso l'alto.    
Quello dei Bonos spagnoli arriva a quota 400 punti con i Btp italiani, appena dietro a 390, che presuppongono rendimenti del 6,25% e 6,15%, subito sotto la soglia rischio di 6,5 indicata come insopportabile per le casse statali, a meno di una crescita del Pil a livelli 'cinesi'.    
La corsa dei rendimenti trascina con sé la caduta di Milano e Madrid con effetti deleteri anche per gli altri listini europei, danneggiati anche da una Wall Street anch'essa in caduta. E' a quel punto che la Borsa Italiana emette un comunicato parlando di possibile non aggiornamento dell'indice principale Ftse Mib, in contemporanea con problemi tecnici anche sul circuito Euronext (Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Lisbona).     
Alle 17 a Milano l'indice Ftse si blocca. I titoli continuano gli scambi fra ribassi sempre maggiori che finiscono con cali a due cifre per Intesa, Unicredit e Fiat. E' solo alle 19 che la Borsa riesce a calcolare il ribasso dell'Ftse Mib, che ammonta a -5,16%. Non va tanto meglio anche alle altre Borse del vecchio Continente con cali di circa il 3% per Londra, Francoforte e Parigi.

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