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Esplosione ad Oslo: morti e feriti

Una bomba è stata piazzata nella capitale norvegese nella sede di un giornale che si trova nelle vicinanze dell'ufficio del primo ministro. Sette le vittime accertate, 20 cadaveri in spiagga a Utoya

OSLO. Un'autobomba in pieno centro poi una sparatoria contro un raduno di giovani laburisti. Due attacchi hanno trasformato Oslo in una zona di guerra e hanno provocato una strage. Sarebbe di almeno una ventina di morti il bilancio, ancora provvisorio, della potente esplosione avvenuta oggi nel centro della capitale norvegese seguita poco dopo dall'attacco al campo dei giovani laburisti, il partito di governo, alla periferia della capitale. E' stato un attacco coordinato secondo la polizia e su di esso pesa l'ombra del terrorismo islamico.


Da registrare anche la rivendicazione di un gruppo jihadista sconosciuto. A testimoniare la gravità della situazione c'é stata la riunione di emergenza del governo tenuta in un luogo segreto e la decisione di sospendere gli accordi di Schengen e di ripristinare i controlli alle frontiere.    E' un tranquillo pomeriggio estivo scandinavo, da poco sono passate le 15:25, quando a Oslo esplode l'inferno. Una forte esplosione scuote la sede del giornale Vg, vicina all'ufficio del primo ministro Jens Stoltenberg. I media locali parlano subito di diverse persone ferite. La deflagrazione danneggia la maggior parte delle finestre della sede del giornale, dove crolla anche il tetto, e dell'edificio governativo. Poco dopo arriva la conferma delle prime vittime, mentre la polizia comunica che l'esplosione è stata causata da una bomba. Si ipotizza anche un'autobomba dopo che un ufficiale di polizia riferisce che, secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza, "una grande automobile è stata vista passare nel quartiere del governo pochi istanti prima dell'esplosione". Le esplosioni potrebbero anche essere state due, ma non ci sono indicazioni su quanto è accaduto.    


"La situazione è grave, la violenza non ci deve terrorizzare", afferma il primo ministro Jens Stoltenberg, che aggiunge di non poter dire dove si trova al momento, ma precisa di essere sano e salvo, come anche gli altri ministri del suo governo. In una intervista telefonica alla televisione TV2 Stoltenberg afferma che "é troppo presto per parlare di terrorismo", ma non esclude comunque l'ipotesi. Poco dopo sarà il presidente Usa Barack Obama a condannare l'attentato e a parlare di lotta al terrorismo.    La polizia ordina subito l'evacuazione di alcune zone del centro di Oslo, tra le quali l'area attorno alla sede della televisione TV2, oltre al quartiere governativo. Entrano in azione quadre di artificieri per cercare altri ordigni esplosivi. Nella capitale regna il caos con i soldati schierati in pieno centro. Numerosi video postati sui siti dei quotidiani norvegesi e su quelli internazionali testimoniano scene di panico e gente in fuga, mentre sui social network come Twitter sono centinaia i messaggi che si accavallano sulla situazione nella città, con immagini di guerra o che ricordano l'attentato a Mumbai.    


Passano tre ore e il Paese scandinavo viene nuovamente scosso dalla sparatoria a Utoya, nella grande periferia di Oslo dove è in corso un meeting dei giovani laburisti, e dove era atteso il premier Stoltenberg. Diversi i morti, anche se la polizia al momento non conferma il numero delle vittime.     Ad aprire il fuoco, si scoprirà poco dopo, è un uomo dall'aspetto scandinavo, vestito da poliziotto che esplode almeno una decina di colpi di arma da fuoco e che poco dopo viene arrestato.


E la tensione continua dopo che la polizia comunica che nel campo potrebbero esserci degli esplosivi.    In serata arriva la rivendicazione degli attacchi da un gruppo finora sconosciuto, i "Sostenitori della Jihad globale", che lo collegano alla ricorrente pubblicazione delle vignette di Maometto, mentre vengono riaggiornati i bilanci delle vittime: sette vittime nell'esplosione in centro e diversi morti nell'isola. Un testimone citato dalla televisione Nrk parla addirittura di una ventina di vittime. Secondo fonti sanitarie, ci sono anche un centinaio di feriti leggeri.       


La polizia norvegese poco dopo afferma che si sono "buone ragioni" per collegare l'esplosione della bomba alla sparatoria e ci sono testimonianze che rafforzano tale ipotesi. La Norvegia decide di rafforzare i controlli alle frontiere e sospende la libera circolazione prevista dagli accordi di Schengen.  Immediate arrivano le condanne di quanto accaduto: dagli Stati Uniti il presidente Barack Obama afferma che gli eventi di Oslo ricordano l'importanza della lotta al terrorismo, mentre il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, si dice "scioccato". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha condannato il "vile atto terroristico" mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso la sua vicinanza alla Norvegia. Ferma condanna anche dalla Nato. 

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