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Pensioni, tutte le novità per le donne Resteranno al lavoro fino a 65 anni

Le norme principali contenute nella manovra finanziaria di Tremonti: innalzamento dell’età, interventi anche per chi ha più 40 anni di contributi, adeguamento dell’età per astenersi dal lavoro alle aspettative di vita

Innalzamento età pensionabile delle donne nel privato con scaglioni progressivi fino al 2032; interventi anche per chi ha più 40 anni di contributi; blocco rivalutazioni per pensioni medio-alte; dal 2013 innalzamento dell'età pensionabile adeguandola alle aspettative di vita: sono le principali novità in materia di pensioni contenuti nella manovra finanziaria a cui ha lavorato a lungo il ministro per l'Economia Giulio Tremonti.

RIVALUTAZIONE
Il punto più controverso è il blocco delle rivalutazioni. Scatta per i trattamenti superiori ai 2380 euro che nel biennio 2012-2013 rimarranno perciò fermi. Gli assegni compresi fra 1.402 e 2.337 euro verranno rivalutati al 70%. Infine le pensioni d'oro. Qui c'è un vero e proprio prelievo, da agosto 2011 a tutto il 2014, pari al 5% per chi incassa fra i 90mila e i 150mila euro all'anno e del 10% per quelle ancora più alte, per la parte eccedente i 150mila euro.

ETA' PENSIONABILE
L'agganciamento tra requisiti pensionistici e aspettative di vita avverrà nel 2013, con un primo scatto di tre mesi. Poi ogni tre anni ci sarà un ulteriore innalzamento di 3-4 mesi. Significa che nel 2050 per andare in pensione ci vorranno 70 anni.

DONNE
Un capitolo fondamentale riguarda l'età pensionabile delle donne che, anche nel privato viene portata a 65 anni entro il 2032. Il passaggio è spalmato nell'arco di vent'anni. Il primo scatto avviene il primo gennaio 2020, quando il requisito anagrafico, rispetto agli attuali 60 anni, viene incrementato di un mese. Quindi si procede con ulteriori due mesi a decorrere dal gennaio 2021, tre mesi l'anno successivo, quattro mesi nel 2023 (sempre a partire dal primo gennaio), cinque mesi nel 2024, e infine sei mesi per ogni anno successivo fino al 2031 e gli ultimi cinque nel 2032. Sommando fra loro gli effetti di questi provvedimenti, si ottiene il seguente risultato: le più penalizzate sono le donne con meno di 51 anni. Quelle di età superiore, infatti, potranno ancora godere della pensione di vecchiaia a 60 anni, e subiranno solo l'adeguamento alle speranze di vita a partire dal 2013. Dopo il 2020 invece l'età pensionabile sale per tutte le lavoratrici: dunque, le donne con meno di 51 anni subiranno gli effetti di entrambe le misure, pur in forma graduale. Le donne che andranno in pensione nel 2032, anno in cui la soglia dei 65 anni sarà maturata, lavoreranno 7 anni e due mesi in più rispetto a ora.

QUARANT'ANNI
L'intoccabilità dei 40 anni di contributi (che permettono di andare in pensione indipendentemente dall'età anagrafica) era già stata toccata dalla «finestra mobile» che prevedeva 12 mesi di attesa per incassare la pensione. Ora c'è un provvedimento che riguarda specifiche limitazioni: chi ha 40 anni di contributi dovrà aspettare un mese in più nel 2012, due mesi nel 2013 e tre nel 2014.

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