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Agrodolce, lavoratori in cassa integrazione

L'accordo raggiunto tra il ministero del Lavoro, i sindacati e la società Btl srl a cui fa capo la produzione della serie di Rai3. Le riprese ferme da marzo per problemi finanziari

PALERMO. La fiction non riprende e per i lavoratori addetti alla produzione di "Agrodolce" scatta la cassa integrazione. L'accordo è stato raggiunto tra il Ministero del lavoro, i sindacati e la società Btl srl a cui fa capo la produzione della serie di Rai3.
Le riprese si sono fermate nel mese di marzo a causa di problemi finanziari e dell'aumento dei costi di produzione. Per la cassa integrazione in deroga la Regione siciliana garantirà il 40 per cento della spesa che coprirà il periodo compreso tra l'11 marzo e il 31 luglio.
L'intervento della Regione trova motivazione nel fatto che, con la Rai, finanzia già la fiction con i fondi Fas destinati allo sviluppo delle aree svantaggiate. Oltre ai lavoratori anche gli attori di "Agrodolce" sono in agitazione. In un incontro con Salvatore Burrafato, sindaco della città in cui si realizza la fiction, Termini Imerese, Vincenzo Ferrera e Orio Scaduto a nome del cast ha sollecitato un intervento perché si decida una volta per tutte se proseguire o chiudere l'esperienza di "Agrodolce".
Gli attori hanno firmato un contratto di 26 mesi ma la storia della fiction continua a essere dominata dalla instabilità finanziaria. Proprio a causa di un aumento dei costi la società Einstein, che cura la produzione, ha fermato le riprese. Da ottobre 2010 non è riuscita infatti a incassare fatture per 4 milioni di euro. "Per chi fa il nostro mestiere - hanno detto Ferrera e Scaduto - non si può aspettare una decisione che non arriva: nel frattempo si perdono altre occasioni". La cassa integrazione, secondo il sindaco Burrafato, "é un passo avanti per i lavoratori che non ricevono lo stipendio da mesi ma rappresenta solo una soluzione transitoria".

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