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Mafia, gli eroi non vanno "privatizzati"

Egregio Direttore,
se ancora oggi molti cittadini guardano con tristezza e delusione la realtà della nostra Palermo, quasi con una grave scelta di rassegnazione, c’è chi, anche per un giorno, riesce a scuotere le coscienze e quella sensibilità, oserei dire pedagogica, organizzando manifestazioni per ricordare i numerosi e tristi anniversari dedicati agli eroi del Codice Penale. E’ prossimo quello di Paolo Borsellino e apprendo dalle pagine del Giornale di Sicilia che i ragazzi di “Giovane Italia”, formazione giovanile del centrodestra, hanno affisso sui muri delle strade manifesti con la scritta “Tale padre, tale figlio”, rivolgendosi a Massimo Ciancimino; e mi pare che su questa sarcastica ed eloquente trovata nessuno può indignarsi, anzi, a questi ragazzi va riservato un fragoroso e vibrante applauso d’incoraggiamento. Però, come accade a ogni anniversario, noto con amarezza una sorta di “privatizzare” politicamente i “nostri” eroi: numerosi precedenti l’hanno rammentato. La nostra società palermitana ha un forte bisogno d’un’autentica e genuina “trasversalità”, soprattutto contro la metastasi mafia, perché solo così potremmo far sentire a essa che Palermo ha un bel Coro che sa chiedere a gran voce e a testa alta la meritata condanna che merita. Borsellino e Falcone, come tutti gli altri martiri, non devono essere “etichettati”, perché questo creerebbe solo un alibi alla mafia e ai “paramafiosi”, perché loro sono allegramente consapevoli che le frantumazioni sono il loro ossigeno per tenere una città in ostaggio e preda delle loro fameliche e asfissianti attività delittuose.
Cordiali saluti.
Davide Martinez, Palermo

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