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Il campo Rom di Palermo lascerà la Favorita

L’area verrà bonificata e poi affidata alla Gesip. Lì nasceranno un parcheggio e una villa comunale

PALERMO. Gania Shashivary è stato già operato al cuore due volte. Mostra il petto. Le cicatrici nel suo corpo sono visibili. A fatica riesce a stare seduto in quello che definire letto è davvero troppo. Ha forti dolori alla gambe. Il sangue, racconta, non arriva ai piedi. Vive in una casa forno. Ieri fuori c'erano 40 gradi. Dentro la sua baracca l'aria era irrespirabile. Insieme alla moglie Fatima cerca di sopravvivere nel campo nomadi della Favorita. Una zona inferno della città. Dove non c'è nulla. Dove la notte, raccontano gli abitanti del campo, è un via vai di camion che gettano grandi quantità di rifiuti. Nei giorni scorsi, per avere l'acqua, i nomadi hanno messo in azione l'unica strategia che sembra funzionare per risolvere le vertenze in città: bloccare tutte le strade nella zona di viale del Fante, mandando in tilt la circolazione in gran parte del centro.
I veri padroni del campo sono i topi che, a flotte, si infilano in ognuna di quelle abitazione improvvisate. «Mordono le gambe e le orecchie», dice uno degli abitanti. Una lotta impari per le trenta famiglie, centocinquanta tra kosovari, serbi e montenegrini, fuggiti dalle guerre nella ex Jugoslavia e finiti nell'incubo del campo. «Ve ne dovete andare», urla una donna. Un vero capo, perché in quella zona del campo non parla più nessuno. «Sono venuti tanti giornalisti - dice -. Abbiamo fatto vedere che i bambini qui non possono vivere. Ogni volta si indignano, ma poi non cambia nulla. Loro vivono nelle belle case e noi restiamo qui tra topi, zanzare e cumuli di amianto». 
Ci spostiamo in un'altra zona del campo e troviamo un altro capo. Un uomo corpulento che dà il suo benestare a farci girare e vedere come si vive all'interno della spianata alla Favorita. L'uomo ha il controllo di gran parte della cittadella dell'orrore. A dircelo sono anche le numerose scritte all'esterno in quella costruzione centrale dipinta di azzurro. «Capo Brend». Tutto attorno è miseria e povertà estrema e rischio infezioni soprattutto per i tanti bambini che vivono all'interno del campo. «Raccontate come siamo costretti a vivere - dice Boban Hilic -. E’ terribile. Vorremmo delle case dove vivere degnamente con le nostre famiglie e i nostri bimbi. Se mi danno un'alternativa da qui me ne vado». Nel campo si sono diverse discariche. Montagne di spazzatura che nessuno raccoglie. Ci dicono che, di tanto in tanto, per proteggersi dalla puzza e dai topi, l'unico modo per eliminare la catasta di spazzatura è dargli fuoco. Da qui le proteste per la diossina da parte delle famiglie palermitane che vivono nel quartiere. Ieri tra i cumuli di immondizia c'erano alcuni cani che cercavano del cibo e bambini che li rincorrevano. Diverse baracche sono fatiscenti e costruite con mezzi di sopravvivenza. Solo alcune sono dei prefabbricati in legno. Il resto sono costruzioni in muratura. Quello che impressiona è la sporcizia in cui sono costretti a vivere i tanti bambini che trascorrono le giornate in quelle strade che con le piogge si trasformano in paludi. «Non avete idea di quante zanzare ci sono qui - dice Rifath Helisi -. Il rischio infezione è sempre presente. Non ne possiamo più». Poi, nascosto sotto un vecchio maglione, apparentemente gettato per strada, il padre dei ragazzi ci mostra un grosso topo. «L'abbiamo ucciso poche ore fa, stava cercando di entrare in una baracca - aggiunge Rifath Helisi -. Se ne vedono continuamente». Tra le baracche ci sono ancora i resti di quella andata in fumo alcuni mesi fa dove, solo per miracolo, non sono morte nove persone. Da mesi si parla e si lavora per chiudere quest'inferno. «Nel piano triennale delle opere pubbliche sono stati individuati cinque terreni in quattro aree dove creare dei mini campi. Terreni confiscati alla mafia a Cruillas, Falsomiele, Uditore e Villagrazia, dove verranno sistemati dei prefabbricati - spiega il vicesindaco, Marianna Caronia -. Il consiglio comunale ha accolto il provvedimento e adesso cercheremo il finanziamento nel Pon Sicurezza. La grande area della Favorita, una volta liberata dal campo, potrebbe essere trasformata in parcheggio e villa comunale, strutture che potrebbero essere affidate alla Gesip».

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