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Contributo bloccato, l'odissea di un'azienda agricola siciliana

Nel 2002 aveva chiesto il cofinanziamento di Agenda 2000 per un'azienda erboristica sulle Madonie. Ha anticipato oltre 100 mila euro ma i fondi non sono arrivati

PALERMO. Ha chiesto il cofinanziamento di Agenda 2000 nel 2002, per riavviare la coltivazione di 20 ettari di terreno abbandonati. Ha anticipato oltre centomila euro, ma ancora dopo nove anni nonostante abbia vinto una causa penale, l'azienda agricola Pintorna non ha ricevuto neanche un soldo e i lavori non sono mai partiti. Quando tutto sembrava pronto per realizzare, tra Castelbuono e Geraci, sulle Madonie, un'azienda erboristica biologica specializzata nell'estrarre da colture vegetali autoctone i principi attivi per uso fitoterapico, la Regione nel 2009 blocca l'erogazione del contributo. Chiusa la vicenda penale, in corso c'è ancora la causa civile che si trascina, per una sanzione amministrativa di 2 mila euro. Che impedisce all'Amministrazione di erogare il contributo.
«L'azienda ha subito una perdita economica enorme», racconta l'agronomo Roberto Favata, direttore tecnico dei lavori. È una storia che parte da lontano, quella della Pintorna. La prima richiesta per ottenere i fondi del Por 2000-2006 risale al 2002. I lavori iniziano nell'autunno 2004, dopo l'ok della forestale e dei funzionari dell'assessorato all'Agricoltura. Dopo pochi giorni però, la forestale di Castelbuono stoppa i lavori, notificando all'azienda il primo verbale, per «disboscamento illegittimo del suolo». La Pintorna fa ricorso e solo nel 2005 la contravvenzione viene annullata. L'annata agraria comunque è andata persa. I lavori riprendono «ma - continua Favata - arriva un altro stop dei forestali che inviano alla Procura l'accusa di reato ambientale». «Non si trattava di disboscamento, perché l'impresa avrebbe dovuto ripristinare i seminativi, l'oliveto preesistente, vista la spiccata vocazionalità della zona per le piante officinali e ristrutturare l'antica masseria - spiega Favata -. Sento una forte frustrazione professionale, perché per circa 10 anni non ho fatto altro che inseguire la burocrazia. A parte il fatto che sono sfumati tanti posti di lavoro, perché ci sarebbero state ricadute occupazionali notevoli». Storicamente quest'area aveva ospitato una comunità ebraica insediatasi niente meno che nel 1492. Un retaggio di questa presenza era stata la «Charta delle Judeche», una sorta di protocollo per l'utilizzo delle erbe ad uso medicinale. Ecco perché i gestori della Pintorna avrebbero voluto realizzare un'azienda erboristica biologica. 
Intanto, dopo una lungo iter burocratico, ad ottobre 2005 l'assessorato firma il decreto di concessione dei contributi, a patto che i lavori venissero completati entro un anno, ma rimangono aperti i procedimenti penali e civili. La sanzione amministrativa viene ridotta a poco più di duemila euro. Quanto al penale, nel 2008 il tribunale di Palermo assolve con sentenza piena l'azienda «perché il fatto non sussiste», «ma dai forestali non arriva alcun provvedimento di revoca del procedimento e l'opera continua a rimanere ferma», dice Favata. Nel 2009, vista la grave situazione finanziaria, l'azienda ridimensiona la richiesta di cofinanziamento, ma l'assessorato blocca la liquidazione del contributo già decretato. «L'azienda - dice Favata - ha fatto ricorso al Tar, mentre si trascina la causa civile per l'originaria sanzione di 2 mila euro, con nomine ripetute di Ctu (consulenti tecnici d'ufficio) che neanche si presentano». Secca la risposta di Rosaria Barresi, direttore del dipartimento Interventi strutturali: «L'azienda è stata assolta dal punto di vista penale, ma rimane aperto il procedimento civile. Fino a quando non verrà chiuso, l'Amministrazione non potrà erogare il finanziamento».

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