Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'immigrazione nell'arte di Piero Maniscalco

L’artista palermitano protagonista al Padiglione Sicilia nell’ex convento Montevergini di Siracusa, nell'ambito della regionalizzazione della Biennale di Venezia. Una piccola barca rinvenuta sulle coste di Licata è diventata un’installazione

SIRACUSA. Alla galleria civica d'arte contemporanea, ex convento Montevergini di Siracusa - nell'ambito della regionalizzazione della 54° Biennale di Venezia sede del Padiglione Sicilia - espone Piero Maniscalco, palermitano, artista assolutamente particolare e scevro da ogni impalcatura intellettuale preconcetta, che non sia filtrata dalla sua personalissima visione del mondo.
Maniscalco è presente con un’installazione frutto della suggestione che deriva dalla storia recente, dall’umana e pietosa avventura dei migranti.
Una piccola barca rinvenuta dall’artista presso le coste di Licata. Una barca che ha trasportato otto uomini verso l’illusione della libertà. Una barca che ancora mostra i resti di vita passata, il passaggio e la permanenza a bordo di uomini.
Una barca simbolo di attraversamento e di momentanea sperata fortuna, guscio di dantesca memoria che significa trapasso e, forse anche salvezza.
Una grande sala bianca della galleria civica, assolutamente vuota accoglie unicamente l’opera che fa mostra di sé con forza, parlando, nella semplicità dei materiali, dei colori, nell’inerme immobilità del legno, una lingua comune, una lingua condivisa.
Qui il significato va oltre ogni didascalia, ogni titolo, ogni propaganda.
L’opera giace lì silenziosa, e pure è capace di reiterare un racconto universale al quale assistiamo giorno dopo giorno senza alcun apparente rimedio.
L’idea non è inedita, ma parlando con l’artista colpisce senza dubbio l’intensità con cui è stata concepita. Colpisce la caparbietà e l’immediatezza di Maniscalco nel volere cavalcare un tema da un lato accorato e dall’atro difficile e spinoso. Colpisce la storia narrata da Maniscalco vissuta per sua stessa esperienza che racconta del piccolo libico di pochi anni aggrappato alla madre, la cui traccia resta nel peluche sporco e arruffato che l’artista ha voluto lasciare in bella vista come elemento caratterizzante.
In questa operazione allora sembra evidente come il valore non stia tanto nell'oggetto in sé, comune, normale certo, quanto piuttosto nell'evocazione di ciò che questo oggetto rappresenta: lo slancio dell’uomo verso la libertà.  
Ancora una volta reinterpretato con la gamma delle emozioni, sensibilità, capacità espressive dall’artista.
La controversa operazione siracusana che fa da eco a quella lagunare, ospita seppur tra innumerevoli polemiche, più di trenta artisti siciliani, offrendo uno spaccato parziale di quella che è la varia e evidentemente non del tutto rappresentata esperienza culturale del contemporaneo siciliano.
Tra gli altri artisti presenti: Giacomo Alessi, Sonia Alvarez, Francesco Balsamo, Carmelo Bongiorno, Alessandro Bracchitta, Antonio Brancato, Tano Brancato, Calusca, Carmelo Candiano, Franco Carlisi, Graziano Cecchini, Girolamo Ciulla, Giuseppe Colombo, Enzo Indaco, Rosalba Leonardi, Giuseppe Leone, Piero Maniscalco, Carmelo Nicosia, Vincenzo Nucci, Salvatore Paolino, Franco Polizzi, Lela Pupillo, Piero Roccasalvo, Alfredo Romano, Enzo Rovella, Salvo Russo, Antonio Sciacca, Massimo Siragusa, Gaetano Tranchino, Piero Zuccaro.
Il Padiglione Sicilia sarà aperto al pubblico sino al 27 ottobre 2011.

Caricamento commenti

Commenta la notizia