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Palermo, iniziano i lavori al cimitero dei Rotoli

Dopo quattro anni dall'ennesima frana lungo i pendii di monte Pellegrino portava alla chiusura di un’ampia fetta del più grande (e disastrato) cimitero di Palermo, col conseguente divieto per migliaia di persone di pregare sulle tombe dei propri cari. Adesso l'ok per la messa in sicurezza

PALERMO. Era il novembre 2007, quando l’ennesima frana lungo i pendii di monte Pellegrino portava alla chiusura di un’ampia fetta dei Rotoli, il più grande (e disastrato) cimitero di Palermo, col conseguente divieto per migliaia di persone di pregare sulle tombe dei propri cari. Tre anni e mezzo di attesa, durante i quali si sono succeduti appalti, inchieste, arresti, ricorsi, sentenze, appelli, revoche, nuove gare, pareri legali e chi più ne ha più ne metta. Ieri, finalmente, un raggio di luce in fondo al tunnel: l’aggiudicazione - speriamo definitiva - dei lavori di messa in sicurezza. Serviranno altri due anni, bene che vada, prima che le rocce del costone smettano di fare paura e consentano la rimozione dei divieti. In un cimitero in cui per troppo tempo si sono seppellite le decisioni, piuttosto che i morti. Quelli restano accatastati in deposito, come scatoloni nei magazzini di un supermercato: le tumulazioni non reggono il ritmo dei decessi, ai Rotoli c’è chi è costretto a poggiare i fiori ai piedi di una sbarra d’acciaio oltre cui giace - è il caso di dirlo - il cimitero proibito e c’è chi ogni giorno deve assicurarsi che la bara del proprio caro sia ancora lì, in mezzo a tante altre, in attesa di un mozzicone di terra sotto cui trovare degna sepoltura.

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