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Blitz a Caccamo, 11 imprenditori ammettono le estorsioni

Ma in tre hanno continuato a negare nonostante prove ritenute evidenti dagli investigatori

PALERMO. Sono quindici gli episodi estorsivi ricostruiti dai carabinieri del gruppo di Monreale e della compagnia di Termini Imerese. Undici imprenditori, messi alle strette dagli investigatori, hanno ammesso di avere pagato il pizzo. Tre, invece, hanno continuato a negare nonostante siano state raccolte prove che gli inquirenti definiscono "evidenti".    
A negare sono stati Calogero Marino, presidente della Mare Sud Piccola Società Cooperativa con sede a Trabia; Rosario Chinnici, titolare della impresa edile Chinnici srl di Termini Imerese, che ha versato cinquecento euro come acconto del racket; Salvatore Sacco, titolare della Jato Trans di Termini. La messa a posto richiesta dalla mafia era pari al tre per cento dei lavori eseguiti dalle imprese. A riscuotere il pizzo erano gli uomini di Fabrizio Iannolino, considerato il capomafia di Termini Imerese e già in carcere.

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