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Calcioscommesse, Signori torna libero ma non è scagionato

Il gip Guido Salvini, che ha disposto la revoca degli arresti domiciliari, spiega che l'ex calciatore "ha negato ogni responsabilità", ma vi sono "ampie dichiarazioni" che riguardano la sua funzione di "finanziatore delle partite truccate da piazzare all'estero"

CREMONA. L'ex bomber della Nazionale Beppe Signori torna un uomo libero, dopo 13 giorni di arresti domiciliari per la brutta storia delle partite truccate messa in luce dalla Procura di Cremona. Ora, per dirla con le parole dell'investigatore privato che ha assoldato per dimostrare la sua estraneità, Ugo Vittori, è "massacrato ma felice".    
E' libero Beppe Signori, ma non scagionato perché il gip Guido Salvini, che ha disposto la revoca degli arresti domiciliari, spiega che la sua libertà si deve al fatto che dagli interrogatori degli arrestati "sono stati raccolti elementi che, per ampiezza e concordanza, hanno fornito piena conferma di quasi tutti gli episodi di frode sportiva", e "del contesto associativo in cui si sono sviluppate". Signori "ha negato ogni responsabilità", ma vi sono "ampie dichiarazioni che riguardano il suo ruolo", rese dai suoi commercialisti Francesco Giannone e Manlio Bruni, in particolare riguardo la sua funzione di "finanziatore delle partite truccate da 'piazzare' all'estero". Marco Pirani e Massimo Erodiani, anchéessi arrestati e ritenuti i promotori dell'associazione a delinquere, hanno fornito "riscontro obiettivo" a quell' appunto con le regole delle scommesse, vergato da Signori ma del quale l'ex bomber "non è in grado di spiegare in modo credibile il significato". C'é poi la testimonianza dettagliata di Bruni sul ruolo di 'garante' dell'ex calciatore con chi gestiva le scommesse a Singapore che gli causò non pochi grattacapi, dopo il fallimento della combine di Inter-Lecce.    
"Signori aveva garantito con i suoi referenti per Singapore di avere gli assegni in mano e questo bastava - ha detto Bruni davanti al gip il 4 giugno scorso -. Del resto a Singapore non c'era bisogno di fare bonifici, né di anticipare i soldi se c'era un rapporto di fiducia con lo scommettitore". Rapporto di fiducia venuto meno se, come racconta Bruni,".. qualche giorno dopo la fine della partita Signori cominciò a essere pressato dagli asiatici per il pagamento della puntata. Signori ci disse che c'era il rischio che quelli di Singapore venissero a darci una lezione". Il gruppo cercò di accomodare le cose, incontrandosi varie volte. In un cilma non proprio disteso: "A un incontro a Bologna nel mio studio - racconta Bruni - martedì 22 marzo, vennero Erodiani e Bellavista (Antonio, ex capitano del Bari ora in carcere, ndr), ciascuno con un personaggio al suo seguito che si spacciavano per giocatori di calcetto che dovevano andare a Milano Marittima. Questi aspettarono in anticamera. Capimmo però - ricorda Bruni -, quando si fece tardi, che non erano a Bologna per quell'impegno, ma erano venuti per coprire le spalle a loro due...".    
"Preciso che Signori - ha concluso Bruni - non venne a cena perché aveva cura di non farsi vedere con noi".

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