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Gianfranco Fini a Noto: in politica "occorre battere strade nuove"

Il presidente della Camera è nel Siracusano per presentare il suo ultimo libro. Ha parlato anche della riforma della giustizia e del referendum, su cui condivide la posizione di Napolitano: "domenica andrò a votare"

NOTO. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è a Noto, in provincia di Siracusa, per presentare, al teatro Vittorio Emanuele, il suo libro "L'Italia che vorrei", nell'ambito di un incontro promosso dall'Associazione culturale "Il vento".


L'APPOGGIO A LOMBARDO. L'appoggio al governo regionale siciliano del presidente Raffaele Lombardo, in caso di suo rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, "sarà deciso dai dirigenti regionali del partito, anche se so che i miei amici condividono quello che dico e credo che quindi si comporteranno come penso". Ha affermato il presidente della Camera. Poco prima Fini aveva detto che "la politica deve essere sempre dalla parte della legalità e deve dare l'esempio, e chi è indagato o rinviato a giudizio deve valutare l'opportunità di sospendersi da un incarico o di non candidarsi".
"Che il principio di innocenza che vale fino al terzo grado di giudizio il lo condivido - ha sottolineato Fini - ma tutto ciò che vale per i cittadini non è sempre naturale per la politica. Per questo mi chiedo se per i reati di mafia anche per la politica deve valere il principio di innocenza".


LA POLITICA. "Essa è il tentativo di capire la realtà che bussa alle porte e anche avere la capacità di non farsi travolgere dai problemi, purtroppo l'Italia non è all'avanguardia in questo ma un passo indietro, per questo occorre battere strade nuove", ha affermato il presidente della Camera. "La categoria destra, sinistra o centro è come una coperta di Linus che copre chi ce l'ha - ha aggiunto Fini - ma la situazione è più complicata. La politica e la propaganda non sono sinonimi ma il problema italiano è che la propaganda non c'é soltanto durante la campagna elettorale ma sempre. C'é un confronto tra ultras, tra le tifoserie delle curve. Il rischio è che lo scontro politico si trasformi in scontro tra opposte tifoserie". 


IL REFERENDUM. "Condivido la posizione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che sul referendum ha detto di essere un cittadino che ha sempre fatto il proprio dovere e che lo farà anche questa volta. Il presidente Napolitano - ha aggiunto Fini - vuole fare valere la partecipazione attiva del cittadino. E' vero che i cittadini possono anche stare a casa però incentivare l'assenza di partecipazione vuol dire "non impicciatevi che decidiamo noi". Io penso che ci voglia una partecipazione attiva". Il presidente della Camera che ai giornalisti ha confermato che "domenica andrò a votare", sottolinea come "se è vero che ultimamente si è abusato del voto referendario in questo momento però il referendum non gode di buona salute e questo mi dispiace".


LA GIUSTIZIA. "La riforma della Giustizia non è la priorità da fare, non la metto al primo punto. Bisogna garantire la certezza dei tempi della Giustizia - ha osservato Fini - ma non si può pensare di cancellare il pregresso: si può dire che la riforma vale dal giorno in cui è approvata, ma il passato resta". Secondo il presidente della Camera "é giusto garantire l'imputato, ma non si può essere strabici dimenticando i sacrosanti diritti della parte lesa. Berlusconi - ha ribadito Fini - ha detto che a una riforma diversa da questa io ero contrario, è vero".

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