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Zagor, cinquant'anni e non sentirli

Il primo numero dell'idea di Sergio Bonelli uscì in edicola l'ormai lontanissimo giugno 1961. La storia di uno dei più popolari eroi a fumetti made in Italy

PALERMO. Cinquant’anni di avventura! Tanti ne sono trascorsi da quel lontano giugno del 1961, quando, quasi un anno e mezzo prima di Diabolik, usciva nelle edicole italiane un nuovo albo a fumetti, destinato ad accompagnarci, ogni mese, fino ai nostri giorni. Era Zagor, nato da un’idea di Sergio Bonelli (che si firmava con lo pseudonimo di Guido Nolitta, lo stesso che usò nel ’75 per firmare un altro popolare personaggio dei fumetti, Mister No) e realizzato graficamente dal maestro genovese Gallieno Ferri. E se Bonelli ha firmato quasi tutte le storie di Zagor fino al 1980, per poi dedicarsi quasi esclusivamente al suo lavoro di editore, Ferri, invece, oltre ad essere il copertinista ufficiale della serie (il prossimo, in edicola dal 3 giugno, sarà l’albo n. 550, interamente a colori) continua a disegnare, di tanto in tanto, le avventure dell’eroe di Darkwood, la foresta immaginaria, a ridosso della zona dei grandi laghi nel nord degli Stati Uniti, dove Bonelli/Nolitta decise di stabilire il quartier generale di Zagor. Ma da lì, in seguito, il nostro eroe si sarebbe mosso su e giù per il continente americano, concedendosi anche qualche trasferta in Africa, in Groenlandia, in Scozia e altro ancora.


E per i  prossimi mesi è prevista anche una lunga trasferta in Sud America. Insieme a lui, nel corso di tutti questi anni, inseparabile amico, un messicano basso di statura e grasso di ventre, diretto, quanto improbabile,  discendente dei conquistadores  spagnoli: Cico, all’inizio solo una spalla, che, però,  pagina dopo pagina, ha saputo conquistarsi, a tutti gli effetti, il ruolo di coprotagonista della serie, tanto da meritarsi ben 27 albi speciali solo a lui dedicati. Zagor, da parte sua, oltre ai 550 albi della serie regolare, può vantare anche 22 speciali, 15 albi maxi e 13 storie inserite in altrettanti Almanacchi dell’avventura. In questi giorni, inoltre, esce in edicola anche il primo “zagorone”, un albo gigante di 240 pagine, disegnato per l’occasione dal veterano Marco Torricelli con la copertina affidata al solito Ferri. “E’ il nostro modo di festeggiare i 50 anni di Zagor – sottolinea Sergio Bonelli – visto che in molti, nel corso di questi anni, ce lo avevano chiesto dopo quelli dedicati a Tex e Dylan Dog”.  Cinquant’anni sono tanti,  immaginava un successo tanto duraturo per il suo personaggio o è ancora sorpreso ? “Non lo immaginavo e devo ammettere che sono sorpreso, ma non solo oggi che compie cinquant’anni, ma anche quando ne ha compiuti trenta e poi quaranta. Molti altri personaggi popolari hanno resistito a lungo, ma, alla fine, hanno chiuso. Zagor, invece, è ancora molto amato dai suoi lettori”. Tra l’altro non solo in Italia, visto che è famoso anche all’estero. “Sì è  molto popolare in Turchia, in Croazia, in Serbia ed anche in Brasile ha un discreto seguito. In Italia si vendono circa quarantamila copie al mese e in un anno, compresi gli speciali, superiamo il mezzo milione di copie.


Non siamo ai livelli di Tex o Dylan Dog, ma per noi è un buon risultato che si avvicina a quelli di Nathan Never e Giulia”.  Nell’era del digitale, quindi, c’è ancora spazio per l’avventura che può regalare un fumetto ? “Credo proprio di sì, almeno in Italia. Certo si vendono molto meno copie rispetto a dieci-quindici anni fa, ma il mercato italiano del fumetto è ancora il più vitale d’europa: in Francia, ad esempio, sopravvivono solo alcuni personaggi più noti, mentre in Spagna ed Inghilterra, quasi non si vendono fumetti”. Lei qualche volta è sceso anche in Sicilia, nella sua veste di editore. “Sono venuto credo tre volte, anche se ormai è passato un po’ di tempo, ma ho ancora dei bellissimi ricordi di quelle visite e dei giri in auto attraverso l’isola. Ci tornerei subito, anche domani, ma solo come turista”.

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