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Parigi, una mostra italiana per dire "no alla mafia"

"Taci" è il titolo dell'esposizione, aperta fino al 4 giugno e organizzata da un gruppo di giovani artisti italiani che hanno realizzato per l'occasione dipinti e sculture contro questo fenomeno sociale

PARIGI. "No alla mafia": questo lo slogan dell'esposizione parigina dal titolo “Taci”, organizzata alla Galleria 59 Rivoli di Parigi, da un gruppo di giovani artisti italiani. In mostra fino al prossimo 4 giugno ci sono dipinti e sculture realizzati appositamente per l'occasione. “Gli artisti italiani dicono no a questa realtà – spiega Maurizia Bonvini, tra gli artisti/organizzatori - e dicono no anche ai tagli del governo italiano alla cultura”.
Tra le opere esposte c'é il telefono silenzioso di Steve Barney che “evoca l'intimidazione della mafia che minaccia, terrorizza, elimina chi osa parlare”, o ancora “L'ombra del pizzo” di Grazia Resta,  un grande velo nero che opprime le donne e su cui è ricamata in rosso la forma dell'Italia, e ancora “La Macro famiglia italiana”, un enorme dipinto di Daniele Fabiani che raffigura la metafora della famiglia mafiosa basata sui legami di sangue. Dino Molinari fa un elenco dei nomi delle persone che hanno avuto problemi con la mafia, come il magistrato Paolo Borsellino e l'agente di Polizia Vito Schifani e, si legge nel quadro, “tutti gli altri innocenti di cui non sono ancora riuscito a conoscere il nome”.
“In Bilico” di Mariana De Marco è un funambulo che ha difficoltà a restare in equilibrio senzacadere tra quelli che hanno accettato compromessi per vivere. Le sculture in legno di Ivo Casana sono dedicate a coloro che soffrono. Ci sono poi le maschere di dolore in cera di Laura Repetti, le tele di Tiziana Santoli coperte di polvere sempre più densa a simboleggiare un cerchio che diventa sempre più stretto, e il dipinto alla Basquiat di Maurizia Bonvini, “La follia ingenua”, il tentativo incosciente di chi - spiega l'artista -“vuole dimenticare la deriva mafiosa della società italiana”.

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