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Barcelona-Manchester, finale da sogno

A Wembley si affronteranno nell'ultimo atto della Champions League le due squadre che hanno dominato gli ultimi 5 anni della competizione

LONDRA. Messi o Rooney, Pep Guardiola o Sir Alex Ferguson, Barcellona o Manchester United, la Champions League del 2011 avrà comunque un degno vincitore. Quella di domani a Wembley non è solo la rivincita della finale di due anni fa Roma, in cui s'impose per 2-0 il 'Dream Team' catalano, ma soprattutto la sfida fra le due squadre che, oggi più che mai, rappresentano il meglio del calcio mondiale.   


Sono le più convincenti sia a livello individuale, perché ricche di campioni, sia dal punto di vista del collettivo. Così l'esperienza ed il gioco 'camaleontico' dello United, sempre all'attacco nel campionato inglese, molto più attento alla fase difensiva in Europa, si contrapporranno all'utopia olandese dei maestri Michels, Cruijff e Van Gaal portata avanti dall'allievo Guardiola, che fa giocare alla sua squadra un football spettacolare, come se i suoi fossero quasi una squadra di calcetto. Passaggi, brevi, rapidi e precisi a cercare il compagno smarcato, e costante possesso di palla e pressing, per costruire una manovra fatta di tecnica, velocità e movimento con cui il Barcellona ha ammaliato l'Europa. A voler proprio trovare un difetto, magari consultando le statistiche, si può notare che non sempre ad una percentuale 'mostruosa' di possesso del pallone corrisponde un adeguato numero di tiri verso lo specchio della porta.    'Blaugrana' e 'Red Devils', entrambi alla terza finale negli ultimi sei anni, stanno lasciando un'impronta indelebile nel calcio continentale, visto che con Guardiola in panchina il Barcellona è arrivato due volte in finale ed una in semifinale nelle ultime tre edizioni della Champions. In precedenza il Barça aveva vinto la Coppa nel 2006, quando in panchina c'era ancora Rijkaard. Quest'anno nelle semifinali ha umiliato gli arcirivali del Real Madrid di José Mourinho, dando al maestro portoghese una lezione di calcio.    Quanto a Ferguson, che è a Manchester da una vita, è alla sua quarta finale (due vinte ed una persa finora), ma è stato anche capace di arrivare per dodici volte negli ultimi 15 anni almeno ai quarti, e sempre all'insegna del bel gioco.   


Tutto ciò spiega perché questa di Londra (per la quale l'Uefa ha ricevuto trecentomila richieste di biglietti) sia la finale più giusta, la continuazione di una storia che sembra lontana dalla conclusione. Le due squadre promettono di essere protagoniste ancora a lungo, basti pensare che nel Barcellona ci sono i tre finalisti dell'ultimo Pallone d'Oro (Messi, Iniesta e Xavi), e giovani talenti continuamente prodotti dal vivaio, e che nello United oltre a Rooney fanno faville l'eterno Giggs e la coppia difensiva d'acciaio Ferdinand-Vidic che non ha pari al mondo a parte Puyol-Piqué, ovvero i due proprio del Barcellona e della Spagna campione del mondo.


E' proprio grazie ai suoi giganti della difesa che in questa stagione il Manchester non ha incassato gol nelle trasferte in Europa.    Barcellona-Manchester United è ovviamente anche la grande sfida fra i due allenatori, con Guardiola 'bandiera' del Barça con cui ha vinto ben 25 titoli, 16 da calciatore (tra cui la Coppa Campioni nel vecchio Wembley, a spese della Sampdoria) e 9 da tecnico. Dei 'blaugrana' è stato grande direttore d'orchestra in campo e lo è ora dalla panchina.    Il 70enne Ferguson di successi ne ha messi insieme ben 47, ma non ne vuole sapere di smettere: anzi, deve continuare, magari cominciando da Londra, perché la 'missione' è superare anche in Europa il Liverpool dopo esserci già riuscito a livello di calcio inglese: per ora la situazione in questo 'derby infinito' é di 11-7 a favore dei Reds di Kenny Dalglish. Vincendo Champions, Supercoppa Europea e Mondiale per club a dicembre, lo United a fine 2011 sarebbe ad un passo, ecco perché domani darà l'anima anche se il Barcellona è la squadra che adesso va più di moda e per qualcuno è anche favorito.

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