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Cosca di Aidone, cinque condannati

CALTANISSETTA. Cinque condanne e un patteggiamento al processo con rito abbreviato contro i presunti appartenenti alla cosca mafiosa di Aidone (Enna). ELENA CARUSO, 42 anni, compagna del presunto capo del piccolo ma agguerrito clan, è stata condannata a 5 anni di reclusione, per estorsione: il Gup l'ha assolta dall'accusa di associazione mafiosa. Per lei l'accusa aveva chiesto 9 anni di reclusione.
Il compagno di Caruso, VINCENZO SCIVOLI, 43 anni, è stato condannato a 10 anni, 10 mesi e 20 giorni di carcere; a RICCARDO ABATI, 48, anni, di Piazza Armerina, il gup ha inflitto 11 anni ed 8 mesi, contro i 14 chiesti dal pm Condorelli; 9 anni e 20 giorni a IVANO ANTONIO DI MARCO, catanese di 38 anni, infine 6 anni per MARCO GIMMILLARO, 37 anni di Piazza Armerina. Caruso e Scivoli sono inoltre stati condannati al risarcimento del danno, liquidato dal Gup in 21 mila euro, in favore dell' impresa edile costituitasi parte civile al processo e dovranno inoltre rifondere le spese di costituzione alla stessa impresa, quantificate in poco meno di 5 mila e 500 euro. Nel corso della stessa udienza è stato ratificato il patteggiamento a 1 anno e 10 mesi per Giuseppe Donato, 47 anni, al quale non era stata contestata l'associazione per delinquere di stampo mafioso. Secondo le risultanze delle indagini coordinate dalla Dda di Caltanissetta e condotte dalla Squadra mobile di Enna, gli imputati avrebbero gestito il racket delle estorsioni tra Aidone e Piazza Armerina. Il pizzo sarebbe stato imposto ad imprese, commercianti, operatori economici, ma anche per la restituzione di armi trafugate durante furti commessi soprattutto nelle zone rurali, venivano chieste somme di denaro, anche di poche centinaia di euro, per la restituzione.

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