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Contraffazione, Confesercenti parte civile

CALTANISSETTA. Con l'accusa di ricettazione e uso contraffatto di marchi il giudice monocratico Antonella Leone sta processando una ex negoziante nissena, titolare fino al 2008 di un punto vendita in centro storico. Contro di lei si sono già costituiti parte civile il Gruppo Tod's e, per la prima volta in Italia, la Confesercenti Sicilia.      La donna non è stata l'unica indagata: come lei altri titolari di negozi di scarpe sparsi in Italia - una cinquantina in tutto - si sono ritrovati sott'inchiesta anche se la maggior parte dei fascicoli istruiti sono stati archiviati.      Tutto partì nel 2005, quando la guardia di finanza effettuò un blitz in un calzaturificio di Caserta che riproduceva una variegata gamma di modelli identici a quelli realizzati dalla nota griffe italiana. Merce in realtà abilmente taroccata. E dai codici numerici di ciascun prodotto che corrispondeva ad un rivenditore al dettaglio che le avrebbe acquistate all'ingrosso, le fiamme gialle sono risalite a ogni singolo commerciante.        Alcune delle migliaia di paia di scarpe fasulle, secondo l'accusa, sarebbero state vendute pure a Caltanissetta. Sulla costituzione in giudizio di Confesercenti Sicilia, il presidente Giovanni Felice ha detto che la contraffazione è una tra le più subdole forme di concorrenza sleale, danneggiando chi investe in qualità e innovazione.

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