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Il Pdl cambia strategia dopo il voto di Milano

Il rischio di elezioni politiche anticipate suggerisce al coordinatore Giuseppe Castiglione di «allargare al massimo l’alleanza» e quindi «si riaprono le porte per l’Udc e per quella parte dei finiani che ha già detto di non voler seguire Lombardo a sinistra». Proposta subito respinta dai centristi

PALERMO. La sconfitta di Milano fa cambiare strategia al Pdl in Sicilia. Il rischio di elezioni Politiche anticipate suggerisce al coordinatore Giuseppe Castiglione di «allargare al massimo l’alleanza» e quindi «si riaprono le porte per l’Udc e per quella parte dei finiani che ha già detto di non voler seguire Lombardo a sinistra». Proposta subito respinta dai centristi. Mentre Lombardo non prevede elezioni anticipate e scommette su una «ricostruzione del centrodestra e anche del centrosinistra». Scenario che spinge il presidente della Regione ad accelerare la nascita del suo nuovo partito «autonomista, sganciato dalle appartenenze e disponibile a schierarsi da una parte o dall’altra a seconda degli obiettivi da raggiungere».



È un centrodestra che guarda in prospettiva, quello che si sveglia nell’Isola all’indomani delle Amministrative trasformate in referendum su Berlusconi. In Sicilia si vota a fine mese in un solo capoluogo e con alleanze anomale un po’ ovunque. Diventa un test il solo voto a Ragusa, dove un centrodestra allargato a Udc e finiani - senza l’Mpa - sostiene l’uscente Dipasquale. È l’alleanza che i coordinatori regionali, Castiglione e Domenico Nania, vogliono esportare ovunque: «Le Amministrative nazionali hanno detto che il Pd comunque non cresce e che il terzo polo non esiste - illustra Castiglione -. L’unico partito da corteggiare è quello di Casini. L’obiettivo è allargare l’alleanza e noi in Sicilia lo perseguiamo da tempo». Castiglione anticipa che chiamerà Giampiero D’Alia, il leader regionale dell’Udc: «Nella nostra coalizione non c’è un limite all’allargamento e non credo che l’Udc voglia andare col Pd. Su molti temi con loro c’è affinità». I coordinatori del Pdl «chiamano» anche i finiani «che, come Urso e Scalia, non vogliono andare a sinistra».
Castiglione precisa che la strategia è condivisa da Alfano. E non teme la prevedibile irritazione del Pid di Saverio Romano, che pure ha rotto con Casini proprio sul sostegno a Berlusconi. I rapporti fra Udc e Pid sono più che tesi. E infatti D’Alia anticipa la risposta a Castiglione: «Non precludiamo nessun dialogo con chi ha a cuore il terzo polo. Ma ritengo difficile convivere con un partito che ha ha fatto compravendita di pezzi dell’Udc ergendo Romano a ministro».


D’Alia spinge invece Lombardo e i finiani a ritrovare unità in Sicilia. Il terzo polo nell’Isola non si presenta unito alle Amministrative e per il leader dell’Udc «al secondo turno sarà necessario ritrovare unità e radicare il terzo polo». Lombardo non ritiene chiusa l’esperienza del terzo polo ma la inserisce in un nuovo scenario. Secondo il presidente, «quella di Berlusconi a Milano è una scommessa persa a prescindere dai ballottaggi. Siamo a una svolta, i cui dettagli vanno ancora definiti. Questo voto porterà a una ristrutturazione del sistema politico in Italia». Per questo motivo Lombardo prevede che «il terzo polo svolgerà un ruolo fondamentale per superare il bipolarismo e, vedrete, verrà corteggiato dal centrodestra». Secondo Lombardo «il Berlusconi conciliante che piaceva a tutti ha lasciato spazio agli atteggiamenti sbagliati dei colonnelli. Un fatto che qui in Sicilia è avvenuto in anticipo». Ma l’esito delle Amministrative, per Lombardo, «suggerirà un cambio di rotta». Da qui la strategia attendista del presidente della Regione, che sottolinea ancora come «all’Ars c’è di nuovo la volontà di tutti di collaborare alle riforme, ora ha cambiato atteggiamento anche il Pdl». Situazione che non induce ad accelerazioni sul progetto di giunta politica Pd-terzo polo: «Credo che il Pd - conclude Lombardo - non si farà trascinare dall’estrema sinistra. In Sicilia non si va da nessuna parte con l’ala più radicale, per vincere qui serve un’alleanza con il centro e un partito autonomista». Cioè quel partito di cui Lombardo annuncia la seconda nascita.



Frasi che irritano il Pdl. Da Roma Fabrizio Cicchitto invita Lombardo «a riflettere sull’incipiente crisi della Regione che implica certamente una svolta di rilevante significato in una regione assai significativa».  A una prospettiva nazionale guarda anche il Pd siciliano. Antonello Cracolici ricorda che «qui in Sicilia abbiamo avvertito per primi che il berlusconismo e il cuffarismo erano al tramonto. E adesso sia in Sicilia che in Lombardia si aprono scenari impensabili». Cracolici torna a proporre «di ampliare i nostri confini». Ma il capogruppo all’Ars rileva che «Idv e Sel difficilmente hanno superato il 5%» e allora «qui Udc ed Mpa sono un asse determinante delle forze antiberlusconiane». Il segretario Giuseppe Lupo ribadisce che il centrosinistra «deve avere il coraggio di proporre un'alleanza costituente ai partiti del Terzo Polo». Premesse per tornare a un piano che esplicita Pino Apprendi: «Serve un governo politico alla Regione, con un programma di rilancio dell’economia ma a termine. Serve una giunta che conduca al voto nel 2012 insieme alla sinistra e all’Mpa».
 

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