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Palermo, rabbia e lacrime ai funerali di Erasmo

Ieri mattina l'estremo saluto all'uomo, 48 anni, morto dopo essere stato investito da un'auto dei carabinieri. I parenti: "Vogliamo sapere come sono andate veramente le cose"

PALERMO. Nessuno riesce davvero a credere di essere al funerale di Erasmo, che quella bara marrone contenga il suo corpo, che tutto questo riguardi lui. L’espressione e gli occhi di tutti sembrano gridare che questo sia solo un sogno, un brutto sogno. Un terribile incubo. Nessuno riesce a credere fino in fondo che questo uomo di 48 anni non ci sia più, portato via da una forza ineluttabile chiamata morte. Eppure è così, nonostante gli sforzi di pensare, di credere che si tratti di qualcos’altro. Nella chiesa San Vincenzo de Paoli tutta la borgata dell'Arenella è incredula nel dare l’ultimo saluto a Erasmo Cataldo, l’uomo morto giovedì sera in un incidente, quando la sua moto è finita contro un’auto dei carabinieri, impegnati in un inseguimento. Era appena diventato padre per la quinta volta, Erasmo, e la piccola Stefania, nata lunedì, fortemente voluta, non c’era a salutare quel papà che non conoscerà mai. Gli racconteranno di lui i suoi fratelli e le sue sorelle. Giuseppe, 22 anni, universitario a Bologna e prossimo alla laurea, Rachele, 20 anni, studentessa all'università di Messina, Anastasia, 15 anni e Mauro, 10 anni.


Loro il papà lo hanno conosciuto eccome, e sicuramente non lo dimenticheranno mai. Racconteranno alla loro piccola sorellina di come Erasmo suonava l'organo la domenica nella chiesa dell'Arenella, lui con la passione della musica, diplomato in pianoforte. Gli racconteranno anche della sua passione per i libri, divorati l’uno dopo l’altro senza sosta, di come amava fare le scampagnate all’aria aperta, a contatto diretto con la natura, che lui amava. Anche di una sola giornata, senza pretese, tanto per stare in compagnia, in mezzo ai boschi, sull’erba, sotto qualche albero, all’ombra. Tutti all’Arenella conoscevano Erasmo, e gli volevano bene, lo rispettavano, sia a lui che alla sua numerosa famiglia. “Era una persona splendida, meravigliosa – dicono – c’è tanta rabbia in noi per il modo in cui è morto. E’ stata una tragedia, e non vogliamo dare la colpa a nessuno, ma vogliamo sapere com’è andata, vogliamo sapere del perché Erasmo non è più con noi, a suonare qualche canzone al pianoforte, a cantare, a farci quelle lunghe camminate che gli piacevano tanto”. Tutti insieme cresceranno la piccola Stefania e gli racconteranno di Erasmo, insieme a mamma Katia, che dovrà spiegare a sua figlia del perché papà non è più con loro, a proteggerle e ad accudirle, del perché è morto in un caldo pomeriggio di maggio, mentre stava tornando prima a casa e poi da loro. Ma ancora tutto questo purtroppo nessuno lo sa

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