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Verde agricolo, vincoli aggirati E i capannoni diventano hotel

Una norma nella finanziaria regionale consente di trasformare le fabbriche in alberghi in modo tale da non avere limiti di superficie per la costruzione. Insorgono gli ambientalisti

PALERMO. È bastato approvare un articolo che cancella appena due parole nella storica legge urbanistica del ’78 e ne aggiunge poche altre. È così che è stato stravolto il testo originale nella parte che prevede la possibilità di costruire in verde agricolo e, per dirla con Legambiente, è scattato il business dei capannoni trasformabili in alberghi e bed and breakfast. Giuseppe Arnone, esponente del Pd e dirigente di Legambiente, ha chiesto a Lombardo di proporre al Commissario dello Stato di impugnare questa norma della Finanziaria.
Il testo del ’78 prevede che solo gli edifici di «civile abitazione» costruiti su verde agricolo possano essere trasformati in strutture ricettizie. L’articolo della Finanziaria elimina proprio le parole «civile abitazione» e fa in modo che la legge adesso preveda che tutte le costruzioni realizzate con regolare concessione possano essere trasformate in alberghi, ristoranti o bed and breakfast. Ma qui sta l’inghippo. Spiega Arnone che le cubature previste per chi realizza una casa o un albergo su verde agricolo sono le stesse. Non è così invece per chi prima ha realizzato un capannone e poi lo stasforma in albergo. Arnone fa un esempio: «Un proprietario che ha un terreno di mille metri quadrati, oggi può realizzare un capannone o una fabbrica per la trasformazione dei prodotti agricoli grande 300 metri quadrati anche su più piani. Lo stesso proprietario che volesse realizzare un hotel o una casa è obbligato a limitarsi a un edificio di appena 10 metri quadrati. Ma con la norma appena approvata si permette di trasformare il capannone in hotel e allora ecco che si è aggirato il vincolo di cubatura e scatta così una speculazione edilizia». Per Arnone ci saranno «furbi che un minuto dopo aver realizzato l’impalcatura della fabbrica che ha avuto regolare concessione, chiederanno al Comune il cambio di destinazione d’uso. Ci saranno fabbriche nuove di zecca costruite ”stranamente” con piscine o terrazze che senza neanche essere inaugurate verranno trasformate in maxi alberghi o bed and breakfast, cioè case in cui si possono anche ospitare turisti. Il tutto violando nei fatti i limiti urbanistici del verde agricolo». Legambiente teme anche «un mercato dei capannoni perchè la norma non sana solo il passato ma permette il cambio di destianzione anche in futuro». L’articolo è stato proposto da Giulia Adamo dell’Udc e poi sostenuto in aula dal Pdl con Santi Formica. Un testo analogo fu approvato nella Finanziaria del 2003, su proposta del diessino Crisafulli, e venne impugnato dal Commissario dello Stato. Arnone, convinto sostenitore del governo, chiede a Lombardo «un gesto in difesa del territorio».
Di sua iniziativa il Commissario dello Stato ha invece messo sotto la lente di ingrandimento la famosa tabella che stanzia 56 milioni di contributi a pioggia a 150 enti e associazioni. Il Commissario ha chiesto formalmente all’assessorato all’Economia di indicare i criteri con cui sono stati individuati i beneficiari e su quali basi è stato quantificato il contributo. Segnale che indica come la tabella sia molto in bilico. Già una volta era stata impugnata e per questo l’assessore Armao ne aveva proposto l’abolizione puntando invece su un bando che aprisse una gara per ottenere i fondi. Contrario alla tabella si era anche detto l’Udc con Ardizzone.

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