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L'oculista arrestato a Palermo: "Niente mazzette, i pazienti hanno equivocato"

Bellina, che avrebbe chiesto compensi non dovuti per gli interventi chirurgici, si difende davanti al gip

PALERMO. Tutto un equivoco. Questa la tesi dell’oculista, Fausto Bellina, agli arresti domiciliari da lunedì scorso per concussione, davanti al gip Luigi Petrucci. «I pazienti hanno equivocato. I soldi che ho chiesto riguardavano analisi e controlli precedenti e successivi all’operazione, non coperti dalle convenzioni con il sistema sanitario». Queste le parole pronunciate dall’oculista per difendersi.
Secondo l'accusa avrebbe indotto i propri pazienti affetti da problemi di cataratta a sottoporsi a un intervento chirurgico alla casa di cura Demma chiedendo compensi variabili tra i 100 e i 300 euro per abbreviare i tempi di attesa. Il legale che lo assisteva, l’avvocato Eugenio Tomasino, ha rimesso il mandato e Bellina ha nominato l’avvocato Francesco Crescimanno.
«Non ho mai preso soldi per scavalcare le liste di attesa - ha proseguito Bellina -, talvolta mi sono occupato delle prenotazioni per i pazienti più anziani, ma non ho preteso denaro per questo. Il denaro non serviva a sollecitare nessun favore, solo a pagare prestazioni professionali pre e post-operatorie». Le sue dichiarazioni sono adesso al vaglio del gip che si dovrà pronunciare sull’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa. L'indagine è nata dopo una segnalazione da parte di un responsabile della casa di cura ai carabinieri del Nas. A carico del dottore Bellina ci sono le dichiarazioni di cinque pazienti, e tutti dicono che l’oculista si era fatto pagare per evitare le liste di attesa.


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