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“Prestiti per pagare le tangenti” all'oculista Bellina

Il dottore arrestato per concussione, chiedeva le somme anche agli anziani con la pensione minima, a cui concedeva un piccolo sconto. L'accusa: così avrebbe guadagnato fino a 300 mila euro l'anno

PALERMO. «Mi ha chiesto 200 euro per spese non meglio definite, cifra che poi è stata ridotta a 150 poiché non potevo pagargli altro, visto le mie condizioni economiche. Ho dovuto chiedere i soldi in prestito a mio nipote per pagare». A parlare è Angela A., una dei trenta pazienti chiamati a testimoniare nel corso del processo che vede imputato l'oculista, Fausto Bellina, con studio in piazza Sant'Oliva, arrestato dai carabinieri dei Nas per concussione.



Le tangenti venivano chieste a tutti, anche a pazienti anziani con la pensione minima, a cui il dottore concedeva un piccolo sconto.  Gli inquirenti che indagano sulla vicenda cercano di capire quanto riusciva a guadagnare per concussione. Dall'inchiesta, condotta dal pm Amelia Luise, è emerso, infatti, che il dottore certificava migliaia di operazioni agli occhi all'anno e disponeva di un budget assegnato dall'azienda sanitaria per 212 mila euro ogni anno. Il pizzo chiesto dal medico serviva per mansioni non meglio precisate, a volte per ridurre i temi di attesa dell'intervento, altre volte per assistere i pazienti dopo l'operazione. Ma, secondo gli investigatori il dottore in realtà non svolgeva alcuna attività. Se è vero che Bellina prendeva dai 100 ai 300 euro per ogni operazione, dalla concussione potrebbe aver guadagnato dai 100 ai 300 mila euro l'anno. Tutto in nero.



Il dottore, inoltre, non è nuovo a guai giudiziari. Già nel 2004, venne condannato a un anno e cinque mesi per tentata truffa e falsa denuncia, pena poi entrata in prescrizione. Secondo l'accusa, Bellina aveva simulato il furto di due apparecchiature mediche, chiedendo poi il risarcimento alla compagnia Nuova Tirrena.

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