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Cascio e il bilancio: "Si poteva fare di più"

Il presidente dell'Ars, intervistato, non nasconde le critiche: "Si poteva varare la manovra a fine dicembre, in questo modo sono stati persi quattro mesi". E aggiunge: "Bisogna pensare alle vere riforme"

PALERMO. «È stato approvato il bilancio solo grazie a un mutuo da quasi un miliardo. Se doveva finire così, si poteva varare la manovra economica già a fine dicembre. Invece abbiamo perso quattro mesi»: il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, boccia il governo e detta l’agenda delle riforme.



È il migliore bilancio possibile o si poteva fare di più?


«Per quanto mi riguarda è stato evitato l’assalto alla diligenza. A livello istituzionale il percorso approvato è stato corretto. Fatta una Finanziaria tecnica, adesso passiamo alle riforme con leggi di settore. Entro il 20 maggio posso garantire che l’aula esaminerà prima la legge sulla formazione professionale, un settore in evidentissimo stato di abbandono, e quella sugli appalti. Poi andremo avanti con le norme sul credito di imposta e per aiutare Termini Imerese. Però, mi chiedo, che bisogno c’era di arrivare a maggio per agire così».



Lei che giudizio si è fatto?


«Il governo, e in particolare l’assessore all’Economia Gaetano Armao, ha tentato di inserire in Finanziaria una valanga di norme. E per di più lo ha fatto a sorpresa il 26 aprile scavalcando le commissioni di merito e quella per il Bilancio. È un modo di agire inopinato. Se l’obiettivo era questo, dovevano pensarci per tempo e presentare questi testi durante l’esercizio provvisorio».



In molti hanno letto in ciò che è successo un problema di equilibri nella maggioranza. Lei che ne pensa?


«Si è visto chiaramente che due partiti della maggioranza (Udc e Fli, ndr) erano contrari al maxi emendamento. Inoltre il Pd si è spaccato con molti deputati che hanno votato solo per ordini di partito. Io dico che il governo tecnico non ha avuto la spinta propulsiva verso le riforme che ci si aspettava. Inoltre Lombardo ha scelto una strada complicata. Ha voluto stravolgere la sua maggioranza e ciò ha reso difficile il cammino della legislatura»



Adesso il Pd propone una giunta politica. Secondo lei può risolvere il problema?


«Io scommetto che adesso non si farà nulla. Il Pd sta solo facendo melina per capire cosa accade a Catania nell’inchiesta su Lombardo. Solo se il presidente non sarà rinviato a giudizio il Pd entrerà davvero in giunta. Altrimenti si tirerà a campare sperando di arrivare così a fine legislatura. Non ci sono le condizioni, oggi, per una giunta politica».



Lei aveva proposto un governo con tutti i partiti per superare le emergenze. È ancora realizzabile?


«Il Pdl non è interessato ad andare al governo, nemmeno in una giunta di salute pubblica. Tuttavia quella del mio partito non è stata e non sarà un’opposizione ostruzionistica. Sulle riforme c’è la volontà di dare un contributo».



Non sarà perché non siete pronti per andare al voto? Lombardo sostiene che litigherete con gli alleati per non candidare Miccichè...


«Di candidati nel mio partito si parlerà solo quando avremo la data per le elezioni».

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