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Accordo tra Pd e Terzo Polo, si attendono sviluppi

I democratici dicono sì all'ingresso nella giunta, ma tutto dipende se Lombardo andrà o meno a giudizio. Più dubbi che che consensi sull'ipotesi di una giunta che non solo più tecnica ma politica

PALERMO. Solo il giorno dopo la svolta, ecco già i primi dubbi sull’ipotesi di un governo politico con assessori del Pd. Ma tutti aspettano gli esiti della vicenda giudiziaria di Lombardo.Giacinto PipitoneIl giorno dopo la svolta del Pd, spuntano i primi ostacoli lungo il cammino verso un patto elettorale fra sinistra e terzo polo a sostegno di una giunta politica. L’idea di prendere tempo si fa spazio in tutti i partiti in attesa che da Catania arrivino risposte sul futuro giudiziario di Lombardo.



Gianpiero D’Alia ha detto a caldo che per gli otto deputati Udc una giunta col Pd non è un tabù e «se si fa, questa è l’alleanza che porterà alle elezioni». Ma è proprio questo il tassello mancante. Un patto come quello ipotizzato dal Pd avrebbe un valore nazionale. E a Roma le posizioni non sono ancora definite. Alcuni incontri di Lombardo con Casini e poi con i vertici del Pd hanno avviato il dibattito ma un’intesa prima delle Amministrative non è ipotizzabile. «La vicenda nazionale inciderà su quella locale» analizza ancora D’Alia: se Casini non svolterà a sinistra, è difficile che il patto si concretizzi in Sicilia. D’Alia conferma però che «questa giunta non va bene e in caso di rimpasto l’Udc esprimerebbe assessori politici». Ma è un tatticismo. Anche perchè poi D’Alia sprona gli alleati: «Questa ricerca di equilibri nel Pd copre le divisioni nel Pdl e fra Pdl e alleati». D’Alia dubita anche sull’Mpa: «Alcuni esponenti vogliono tornare con Berlusconi». Ma Giovanni Pistorio, braccio destro di Lombardo, si è detto d’accordo sul patto col Pd: «Pur nella sua complessità, la proposta di un approdo politico che tenga insieme moderati autonomisti e progressisti mi sembra ragionevole».



Lo stesso segretario del Pd, Giuseppe Lupo, e l’inviato di Bersani, Maurizio Migliavacca, hanno subordinato tutto alla vicenda giudiziaria: «Non è possibile nessun sostegno in caso di rinvio a giudizio». I tempi in questo caso potrebbero essere ancora più lunghi. Le previsioni dei tecnici dicono che la decisione sul rinvio a giudizio arriverà fra fine estate e l’autunno. Il presidente a giorni depositerà le sue memorie difensive e poi illustrerà la strategia processuale in una conferenza stampa. E così riprende forza l’area del Pd ostile a Lombardo. Per Bernardo Mattarella «non ci sarà in questa legislatura un quinto governo Lombardo con assessori politici del Pd. Prima si va alle elezioni insieme, poi si fa la giunta». E se le decisioni di Catania scivoleranno a ottobre per Mattarella «il referendum del Pd su Lombardo fissato a fine settembre sarà decisivo».


Il no alla grande alleanza antiberlusconiana proposta dal Pd è già arrivato dal Sel di Erasmo Palazzotto: «Mai col terzo polo, sì a un centrosinistra con Pd e Idv». Per Livio Marrocco, capogruppo dei 4 finiani all’Ars, «il Pd ha poco della sinistra di qualche anno fa ma noi vogliamo proseguire con la giunta tecnica». Difficile per gli ex An siglare un patto politico col Pd. Anche perchè nel partito emergono divisioni più generali. Adolfo Urso ha organizzato per sabato a Catania la presentazione di «FareItalia». Invitato Pippo Scalia ma non i falchi Nino Lo Presti, Carmelo Briguglio e Fabio Granata, che non l’hanno presa bene perchè ci sarà invece Gianfranco Miccichè leader di Forza del Sud che punta a strappare uomini ai finiani. In questo clima Confindustria sbotta: «La metà del tempo per approvare la Finanziaria è trascorso a dividere i soldi della tabella H. Sinceramente non è un bello spettacolo - ha detto Ivan Lo Bello -. La Sicilia ha bisogno di gente che guardi a innovazione e investimenti».

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