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Palermo, commissione urbanistica dice no a due varianti

Le due modifiche, proposte dal Comune, riguardavano la ristrutturazione di un edificio all'interno del Parco archeologico del Castellammare e l'utilizzo di un'area di 90 mila mq da adibire a mercato ortofrutticolo

PALERMO. La Commissione urbanistica esprime parere contrario su due varianti proposte dal Comune di Palermo. La prima riguarda il mantenimento e la ristrutturazione di un edificio - oggi adibito a mercato ittico - all'interno del Parco archeologico del Castellammare". Lo scrive, in una nota, Nadia Spallitta (Sel), capogruppo di Un'Altra storia al Comune e presidente della Commissione urbanistica. "Il vigente strumento urbanistico ne prevede la demolizione per garantire un più efficace intervento di recupero dell'area e degli edifici storici - aggiunge - la cui tipologia mal si concilia con la struttura del mercato ittico esistente. Tra l'altro, il progetto di variante, che mantiene e modifica l'edificio esistente, è stato redatto da un professionista esterno, con costi notevoli per il Comune di progettazione e direzione dei lavori, per complessivi oneri di circa 1 milione e 400 mila euro".
"Del resto - spiega - se probabilmente esiste una copertura finanziaria per la progettazione manca del tutto la copertura finanziaria, pari a complessivi 5 milioni e 600 mila euro circa, necessari per il mantenimento ed il riadattamento dell'edificio.Sostanzialmente, non si condivide la scelta urbanistica di mantenere l'edifico del mercato ittico all'interno di una zona archeologica". "L'altra variante, molto più complessa - conclude - prevede l'utilizzazione di una vasta area di circa 90 mila mq nella quale esiste anche la Villa Trabia di Campofiorito di impianto cinquecentesco, con annessa famosa fontana del cinquecento - da adibire a mercato ortofrutticolo, con modifica della destinazione urbanistica del vigente piano regolatore, che aveva già individuato un'ampia zona per la localizzazione dei mercati generali (ittico-florovivaistico e ortofrutticolo). L'amministrazione è arrivata alla paradossale conclusione che, per fare il mercato ortofrutticolo, fosse necessario utilizzare un territorio complessivo di circa 170 mila mq".

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