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Riesumata la bara di Wojtyla, domenica la beatificazione

Il feretro con le spoglie mortali di Giovanni Paolo II da questa mattina non è più nella tomba posta nelle Grotte vaticane: la teca è stata infatti estratta e collocata su un carrello davanti alla tomba di San Pietro, sempre nella cripta, in attesa della traslazione nella basilica che avverrà domenica mattina prima della cerimonia

ROMA. Il feretro con le spoglie mortali di Giovanni Paolo II da questa mattina non è più nella tomba posta nelle Grotte vaticane: la teca è stata infatti estratta e collocata su un carrello davanti alla tomba di San Pietro, sempre nella cripta, in attesa della traslazione nella basilica che avverrà domenica mattina prima della cerimonia di beatificazione.    L'apertura della tomba ha avuto luogo nella prima mattinata di oggi - come ha spiegato il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi durante un briefing con la stampa - in una cerimonia alla presenza anche del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. La grande lastra di marmo che copriva la tomba è stata sollevata e mantenuta integra, e verrà conservata nelle Grotte per essere poi trasportata a Cracovia, dove verrà collocata in una chiesa da dedicare al beato Giovanni Paolo II.   


E' stata quindi estratta la teca, composta delle tre casse all'interno delle quali fu sepolto papa Wojtyla: la prima, di legno, che fu esposta durante il funerale; la seconda di piombo e sigillata; la terza, esterna, anch'essa di legno è stata trovata "in buono stato di conservazione, pur manifestando alcuni segni del tempo". Sulla cassa, in alto, c'é la croce, in basso lo stemma del Pontefice, al centro una targa con una scritta in latino, che recita "Il corpo di Giovanni Paolo II, Pontefice massimo, che visse 84 anni, 10 mesi e 15 giorni, guidò la Chiesa universale per 26 anni, cinque mesi e 17 giorni, e morì il 2 aprile 2005".    Dopo l'apertura della tomba, la teca è rimasta esposta su un carrello, sopra il luogo della tomba fino alle 9.00, quando c'é stato un breve momento di preghiera con il cardinale Angelo Comastri, arciprete di San Pietro, altri presuli della Basilica e del Capitolo, insieme ai cardinali Bertone, Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato, Stanislao Dziwisz, ex segretario personale di Wojtyla, e gli arcivescovi Fernando Filoni, Carlo Maria Viganò, Piero Marini, Zygmunt Zimowski. Presenti anche suor Tobiana, che fu la più vicina al Papa polacco, e le altre suore dell'appartamento pontificio nei tempi di Giovanni Paolo II (in tutto sei), Angelo Gugel, anch'egli della famiglia pontificia, i capi della Gendarmeria e delle Guardie svizzere. In totale alcune decine di persone, compresi gli operai della Fabbrica di San Pietro che hanno eseguito il lavoro.   


La teca è stata quindi portata in processione, a distanza di poco più di dieci metri, davanti alla tomba di San Pietro, con i piedi rivolti verso la tomba, e ricoperta con un ampio drappo ricamato in oro. Il card. Bertone ha poi recitato la preghiera conclusiva: tutto è finito intorno alle 9.15.    La teca rimarrà nelle Grotte fino a domenica mattina, primo maggio, quando sarà portata nella Basilica, davanti all'altare centrale, per l'omaggio del Papa e dei fedeli dopo la beatificazione. I fedeli sfileranno dinanzi al feretro dopo l'omaggio reso dal Pontefice, dai cardinali e dalle delegazioni ufficiali, e il flusso continuerà a oltranza, interrotto eventualmente solo la mattina del 2 maggio alle 5.30, per i preparativi necessari alla successiva messa di ringraziamento. Fino alla mattina del primo maggio le Grotte rimarranno chiuse al pubblico.    Il passaggio finale sarà poi la "reposizione" stabile del corpo del beato Giovanni Paolo II sotto l'altare della cappella di San Sebastiano, posta vicino alla Pietà di Michelangelo, che - ha annunciato padre Lombardi - è prevista "per la sera di lunedì 2 maggio dopo la chiusura serale della Basilica".

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